Storia Che Passione
Accadde oggi: 3 novembre

Accadde oggi: 3 novembre

Almanacco del 3 novembre, anno 1793: convinta degli ideali rivoluzionari, sebbene si presentasse come una girondina moderata, Olympe de Gouges (pseudonimo di Marie Gouze) finì sulla ghigliottina sul tramontare del 1793, quando il Terrore giacobino imperversava nelle strade di Parigi. Olympe fu accusata di tradimento per aver espresso pareri contrari all’esecuzione di Luigi XVI, un tempo re ma dopo lo scoppio della rivoluzione formalmente cittadino col nome di Luigi Capeto. Non solo, ad aggravare la posizione della donna si poneva la sua aspirazione ad un regime monarchico costituzionale ed una palese indignazione per le atrocità di cui i giacobini si erano resi protagonisti nei mesi precedenti. Per il regime autoritario costituitosi in quell’autunno del 1793 era una piantagrane e come tale doveva sparire.

Accadde oggi: 3 novembre

Prima di arrivare all’esecuzione del 3 novembre, argomento centrale della discussione, è doveroso fornire qualche dettaglio in più sulla persona e il pensiero di Olympe de Gouges. Nacque nel 1748 a Montauban, in Occitania, nel sud-ovest francese. Figlia di un macellaio e nipote di un avvocato, Marie poteva ambire al massimo ad una vita di comodo. Infatti sposò un uomo molto più anziano di lei, il quale tuttavia provvedeva eccome al mantenimento della coppia. Venuto a mancare lui, Marie prese una decisione forte (ma non del tutto fuori dal mondo, come ci insegnano casi noti…): avvalendosi delle sue ottime conoscenze letterarie e filosofiche, si sarebbe trasferita a Parigi distinguendosi come femme de lettres.

3 novembre Olympe de Gouge

A Parigi la vena attivista di Marie, che nel frattempo iniziò a farsi chiamare Olympe de Gouges, si accese in tutta la sua ribollente vivacità. Giurò di non cadere nuovamente nel “tranello” del matrimonio (forse perché per legge all’epoca una donna non poteva pubblicare senza il consenso del marito, cosa che a lei non andava giù). Inoltre denunciò a più riprese l’istituzione del matrimonio, invitando chi di dovere a prendere in considerazione l’introduzione dei “contratti vincolanti civili” – quello che oggi chiameremmo matrimonio con rito civile.

Chiaramente Olympe non poteva non godersi la vita nella capitale del regno, così come non rinunciò a sfarzi e amanti. E tuttavia si tenne sempre a distanza dalla nomea di “mantenuta”, titolo da lei spesso evocato per indicare le fanciulle di provincia giunte a Parigi solo per trovare marito e sistemarsi così una volta per sempre.

3 novembre busto de Gouge palazzo Borbone

Pienamente coinvolta nei circoli intellettuali più progressisti e d’ispirazione illuminista, Olympe de Gouges prese a scrivere di schiavitù (Réflexions sur les hommes nègres nel; L’esclavage des noirs, ou l’heureux naufrage), dichiarandosi fermamente contraria alla pratica e alla tratta annessa. Lungi dal risparmiarsi sul fronte femminista e infervorita dagli ideali rivoluzionari, redasse nel 1791 la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Il titolo è inequivocabilmente legato alla carta dei diritti pubblicata il 26 agosto 1789, ma in salsa femminista. Ve ne era bisogno? Certo che sì, perché l’uguaglianza giuridica tra uomo e donna non era mica cosa scontata, neppure con l’insorgere delle masse contro l’antico regime.

Va altresì sottolineato come gran parte delle critiche addotte da Olympe de Gouges trovavano concreta espressione sotto forma di opera teatrale. Molto del suo pensiero abolizionista si esplicò per tramite di brillanti sceneggiature. Ironia della sorte: l’abate Henri Grégoire, fiero oppositore a ogni forma di razzismo, incluse Olympe nella Liste des Hommes coraggioux qui ont plaidé la cause des malheureux Noirs (“Elenco degli uomini coraggiosi che hanno sostenuto la causa degli sfortunati neri”). Coglierete sicuramente l’elemento seme della controversia…

3 novembre Dichiarazione

Anche in seguito al 14 luglio 1789 ella lavorò instancabilmente come drammaturga. Scrisse un’opera teatrale in difesa del divorzio nel 1790; due anni prima che divenisse legale in Francia. Poi non si astenne dallo scrivere componimenti umoristici su fatti pressoché contemporanei, prima sulla presa della Bastiglia poi su Mirabeau. Politicamente parlando, i tratti salienti del pensiero della de Gouges sono stati già citati nell’introduzione. Ci basti sapere che la sua fede in una monarchia costituzionale crollò con la fuga della famiglia reale a Varennes.

Nel settembre ’93 si affermò il Regime del Terrore e con esso la repressione di ogni dissenso, anche se lieve, nei confronti del Comitato. Un Maximilien de Robespierre in preda al furore dittatoriale non fu contento di leggere l’articolo dieci dell’opera magna della de Gouge. Secondo la legge rivoluzionaria francese le donne erano punibili in modo eguale agli uomini a parità di reato. Di converso non godevano degli stessi diritti sociali e politici. Così Olympe scelse accuratamente le parole per il suo decimo articolo:

«… la femme a le droit de monter sur l’échafaud; elle doit avoir également celui de monter à la Tribune».

Che si traduce in:

«… se la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve anche avere il diritto si salire sulla tribuna dell’oratore».

3 novembre ghigliottina

Il tempo gli avrebbe dato ragione, almeno sulla prima parte del suo profetico articolo dieci. In seguito alle pesanti accuse da lei pronunciate pubblicamente contro le prevaricazioni di Marat e Robespierre, il Comitato di salute pubblica la pose sotto accusa e agli arresti. Non l’aiutano i suoi ultimi pamphlet politici a favore di una soluzione federalista. Nell’agosto del 1793 il tribunale rivoluzionario la spedì nella prigione-abbazia di Saint-Germain-des-Près. Passerà lì circa quattro mesi, prima del 3 novembre, giorno in cui la rigida lama della ghigliottina piombò di netto tra capo e collo.