Almanacco del 3 giugno, anno 1963: muore in Città del Vaticano Papa Giovanni XXIII. Si chiudeva così un pontificato breve (solamente cinque anni) ma assai intenso per la storia della Chiesa e del mondo intero. E’ infatti il pontefice che indisse il Concilio Vaticano II e colui che si trovò a dover mediare durante la Crisi di Cuba. La sua gentilezza e la sua modestia gli permisero di riscuotere grandi consensi anche al di fuori del mondo cattolico, tantoché gli fu affibbiato il soprannome di “Papa buono”.
Angelo Roncalli, questo era il suo nome secolare, nacque nel 1881 a Sotto il Monte, piccolo paese della provincia bergamasca, in una famiglia contadina. Entrò molto giovane in seminario e nel 1904 è ordinato sacerdote, divenendo assistente dell’allora vescovo di Bergamo. Da quel momento iniziò per Roncalli una lenta ascesa ai più alti gradi della gerarchia ecclesiastica cattolica. Nel 1925 Pio XI lo nominò vescovo. In seguito ricopre diversi ruoli di rappresentanza apostolica prima in Bulgaria, quindi in Turchia e infine in Francia: nel 1944 fu infatti nominato nunzio apostolico a Parigi. Nel 1953 divenne cardinale e assunse la carica di Patriarca di Venezia.
Nel 1958 morì Papa Pio XII. Dopo solo 11 scrutini, il verdetto del conclave si volse a favore di Angelo Roncalli. Il neoeletto scelse come nome pontificale quello di Giovanni, creando una piccola diatriba circa il numerale da usare per riferirsi a lui, se ventitreesimo o ventiquattresimo. Infatti, c’era già stato all’inizio del Quattrocento un Giovanni XXIII, da molti ritenuto un antipapa, cioè un pontefice non legittimo. Fu Roncalli stesso a chiudere la questione, assumendo il numerale di ventitreesimo. Si pensa che la sua età avanzata e il suo carattere docile siano stati i motivi che hanno portato alla sua elezione. Insomma, pare che l’intenzioni del collegio cardinalizio fosse quella di porre sul seggio pietrino un papa di transizione. Se fu davvero così, si sbagliavano di grosso.
Giovanni XXIII dimostrò da subito una ferrea volontà di imprimere una radicale riforma alla Chiesa. Rese chiara la sua concezione di Chiesa universale con la nomina del primo cardinale nero, il tanzaniano Lauren Rugambwa, il primo cardinale giapponese, Peter Tatsuo Doi, il primo cardinale filippino, Rufino Jiao Santos. Nel gennaio 1959, poi, annunciò la volontà di convocare un concilio ecumenico della Chiesa Cattolica. I lavori del nuovo concilio, il Vaticano II, iniziarono tre anni dopo, presieduti dallo stesso Roncalli.
Poco dopo l’inaugurazione del Concilio Vaticano II, scoppiò la crisi dei missili di Cuba fra USA e URSS. Sull’isola caraibica, che da poco aveva visto la vittoria della rivoluzione guidata da Fidel Castro, erano stati scoperti alcuni missili sovietici, a pochi chilometri dalle coste della Florida. Il mondo era davvero a un passo dalla guerra. Giovanni XXIII, allora, decise di intervenire per scongiurare l’ecatombe nucleare. Alle ore 12.00 di giovedì 25 ottobre 1962, diffuse un radiomessaggio in cui si rivolgeva a tutti i governanti della Terra e a tutti gli uomini di buona volontà per invitarli a impegnarsi contro la possibilità di scoppio della guerra atomica. La crisi sarebbe poi rientrata grazie ad un accordo fra il presidente americano Kennedy e il segretario generale del PCUS Chruscev.
L’energico Pontefice rinnovatore non sopravvisse ancora a lungo. Malato di cancro allo stomaco, si spense in Vaticano il 3 giugno 1963. Aveva 82 anni. I lavori del Concilio Vaticano II si interruppero con la sua scomparsa, per poi essere ripresi dal suo successore, Paolo VI, che li portò a compimento nel 1965. Le intenzioni di Roncalli avrebbero alla fine connaturato l’esito finale del concilio. L’auspicata riforma della Chiesa cattolica in senso più universalistico avrebbe ottenuto concreta applicazione e fu senza dubbio questa l’eredità più grande del breve ma intenso pontificato di Angelo Roncalli.