Almanacco del 29 aprile 1955: Giovanni Gronchi è eletto presidente della Repubblica al IV scrutinio con una maggioranza di 658 voti su 833. E’ il terzo presidente, dopo Enrico de Nicola e Luigi Einaudi.
Nato a Pontendera, in provincia di Pisa, il 10 settembre 1887, fin da giovane mostra simpatie per i movimenti di ispirazione cattolica. Si laurea in lettere alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dedicandosi all’insegnamento liceale. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale di fanteria. Nel 1919 è eletto deputato nelle file del neonato Partito Popolare Italiano (PPI) di Don Luigi Sturzo, prima vera formazione politica dei cattolici italiani. I seguito, per la sua opposizione al nascente regime, decade da parlamentare.
Nel contesto della rifondazione dei partiti disciolti perché oppositori del regime, è tra i fondatori della Democrazia Cristiana, erede del PPI. Fra il 1944 il 1946 ricopra la carica di ministro dell’Industria, del commercio e del lavoro nel secondo e nel terzo governo Bonomi e nel primo governo De Gasperi. Nel 1946 è membro dell’Assemblea Costituente, nel 1948 è eletto deputato alle elezioni politiche del 1948, confermando il seggio anche alla successiva tornata elettorale del 1953. In entrambe le legislature assunse la presidenza della Camera dei deputati.
Alle elezioni presidenziali del 1955, l’allora segretario Amintore Fanfani candida il presidente del Senato Cesare Merzagora, ma diversi franchi tiratori interni alla DC lo sabotano. Si fa quindi il nome di Gronchi, che incassa il sostegno dell’opposizione di sinistra. La votazione, quindi, si conclude il 29 aprile con la nomina di Gronchi al Quirinale.
La presidenza di Gronchi si caratterizzò per un maggiore interventismo del presidente della repubblica all’interno della vita governativa. Favorevole ad una maggioranza di centro-sinistra, riesce ad ottenerlo nel 1958, quando il parlamento vara il secondo governo Fanfani, sostenuto da un alleanza fra democristiani e socialdemocratici. Tuttavia, l’esecutivo regge solamente un anno e l’arco parlamentare vede uno spostamento verso destra. Prima il secondo governo Segni, di centro-destra, e successivamente il governo Tambroni, sostenuto da democristiani e missini. Ma a seguito degli scontri di Genova del 1960 contro l’ingresso dell’MSI in maggioranza, Tambroni si dimette. Fanfani dunque torna in sella con una nuova maggioranza di centro-sinistra.
Nel 1962 termina il suo settennato e quindi passa il testimone ad Antonio Segni, vittorioso alle elezioni presidenziali di quell’anno. Gronchi diviene senatore a vita di diritto in quanto presidente emerito. Muore a Roma il 17 ottobre 1978.