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foto protagonisti colpo di stato del 27 marzo 1941

Accadde oggi: 27 marzo

Almanacco del 27 marzo, anno 1941: in Jugoslavia un golpe militare insedia sul trono il diciottenne Pietro II Karageorgevic. Questo colpo di stato, sconosciuto ai più, ricopre invece un ruolo importante all’interno degli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale, dato che avrebbe determinato l’intervento delle forze dell’Asse nei Balcani nella primavera del 1941. Ma procediamo con ordine.

foto protagonisti colpo di stato del 27 marzo 1941

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la Jugoslavia aveva deciso di rimanere neutrale. Tuttavia, riceveva da entrambi gli schieramenti forti pressioni perché scendesse in campo con l’una o l’altra parte. Il principe Paolo Karageorgevic, che fungeva da reggente per il nipote minorenne Pietro II, tentò per i primi due anni di conflitto di mantenere l’equilibrio fra i due schieramenti.

Fino a quel momento, infatti, la Germania aveva considerava i Balcani un fronte secondario. Tuttavia, l’andamento negativo della campagna italiana in Grecia convinse Berlino che fosse necessario un intervento nella regione in sostegno all’alleato italiano. La Jugoslavia divenne dunque vitale all’interno del programma militare tedesco, dato che per raggiungere la Grecia via terra era necessario transitare sul territorio jugoslavo.

situazione geopolitica continente europeo al 27 marzo 1941

Le pressioni del governo tedesco su quello jugoslavo si fecero sempre più assillanti. In particolare, i tedeschi chiedevano l’adesione della Jugoslavia al Patto Tripartito, l’alleanza militare sottoscritta da Germania, Italia e Giappone alla quale nel novembre 1940 avevano aderito anche Ungheria e Romania.

Dopo lunghissime trattative durate fino alla primavera del 1941, il consiglio di reggenza jugoslavo si convinse a firmare il Patto Tripartito il 25 marzo 1941. Si giunse a quella decisione anche per una questione di sicurezza nazionale. Con l’adesione della Bulgaria al Patto il 1° marzo 1941, la Jugoslavia si trovava circondata dalle Potenze dell’Asse. Vi era quindi anche la volontà di scongiurare un’invasione insostenibile per le armate jugoslave.

Tuttavia, il principe non aveva fatto completamente i conti con l’opposizione interna filo-britannica. Gran parte dell’opinione pubblica e dello Stato maggiore jugoslavo era infatti contraria alla firma del Patto Tripartito sia per un sentimento filo-britannico e filo-russo sia per la presenza nell’alleanza di potenze storicamente ostili che nutrivano anche mire sui territorio jugoslavi. Fra queste figuravano l’Italia, che ambiva alla Dalmazia, l’Ungheria, che voleva il Banato, e la Bulgaria, che riteneva propria la Macedonia.

Dusan Simovic, generale che guidò il colpo di Stato del 27 marzo 1941

Per tali ragioni, si decise di imbastire un’azione militare che portasse all’instaurazione di un nuovo esecutivo contrario all’adesione della Jugoslavia al Patto Tripartito. Nella notte fra il 26 e il 27 marzo 1941, dunque, scattò il piano cospirativo. Furono occupate le principali postazioni radio della capitale e i punti nevralgici di Belgrado, per poi passare all’arresto dei membri del governo e del consiglio di reggenza.

Il golpe si risolse velocemente e senza grossi spargimenti di sangue, portando alla deposizione del principe Paolo e all’assunzione dei pieni poteri di monarca da parte di Pietro II. Inoltre, il primo ministro Dragisa Cvetkovic, dovette lasciare il posto a Dusan Simovic, generale e protagonista del putsch. La prima decisione assunta dal nuovo governo fu, ovviamente, l’uscita della Jugoslavia al club delle Potenze dell’Asse.

Ovviamente, il golpe comportò una rottura irrevocabile dei rapporti diplomatici fra Belgrado e Berlino. L’Alto comando tedesco cominciò dunque a pianificare l’invasione della Jugoslavia, di concerto con gli alleati italiani, ungheresi, rumeni e bulgari. Le operazioni militari entrarono nel vivo il 6 aprile 1941 e, come prevedibile, determinarono una rapida sopraffazione delle forze armata jugoslave e alla spartizione del Paese fra i suoi vicini. L’occupazione della Jugoslavia sarebbe terminata solamente nel 1945, quando i partigiani comunisti di Tito ne avrebbero completato la liberazione.