Almanacco del 27 marzo, anno 1975: esce nelle sale italiane il primo film della saga di Fantozzi. Un successo senza tempo che da 49 anni continua a divertire milioni di italiani, mettendo d’accordo anziani e giovani. Il ragioniere Ugo Fantozzi, interpretato magistralmente dal grande Paolo Villaggio fa la sua comparsa per la prima volta sul grande schermo, da quel momento entrerà anche nei cuori di tutti.
Il primo film, intitolato per l’appunto “Fantozzi“, è diretto da Luciano Salce, sulla scia di due opere letterarie dello stesso Villaggio. La pellicola adatta e compone pezzi di storia tratti dal libro “Fantozzi” e da “Il secondo tragico libro di Fantozzi“. La risultante è un capolavoro; un film comico e di critica sociale al contempo, lavoro estenuante ma ottimamente riuscito.
La storia del film inizia qualche anno prima, precisamente nel 1971, quando la casa editrice Rizzoli e lo stesso Paolo Villaggio decisero di trasporre su schermo la figura fantozziana. L’idea comunque non andò in porto e il tutto si arenò. Questo almeno fino all’uscita del secondo libro di Villaggio sopra citato. Il successo di questa seconda opera spinse i protagonisti a riprendere in mano l’idea abortita poco tempo prima.
Nasce così la figura dell’impiegato pubblico Fantozzi. Un uomo del tutto nella media, con una vita “normale” e ricca di problemi. La moglie Pina non è per nulla piacente e che dire della figlia Mariangela, rappresentata come goffa ed esteticamente discutibile. Inoltre sul posto di lavoro è succube degli scherzi e del disprezzo dei colleghi. Il direttore della “Megaditta” poi non è una figura del tutto adorabile.
Diverse peripezie portano il ragionier Fantozzi a situazioni del tutto anomale ma inserite in contesti di vita quotidiana e di critica sociale. Il topos più ricorrente è la fretta di timbrare il cartellino d’ingresso in tempo ogni mattina. Questa ricerca di puntualità espone il protagonista dei romanzi e del film a difficoltà enormi e ad episodi grotteschi.
Il moto d’orgoglio nella difesa della figlia Mariangela derisa dai colleghi e le vicende che lo portano a corteggiare e a fare pessime figure di fronte alla bella signorina Silvani sono altre scene famose e ricche di riferimenti alla società del tempo. Tra una risata e l’altra sono passati ormai quasi 50 anni, ma il ragionier Fantozzi sembra non invecchiare mai.