Almanacco del 27 luglio, anno 1830: Parigi innalza le barricate contro re Carlo X. L’insurrezione proseguirà per i successivi tre giorni e passerà alla storia con l’appellativo di “Rivoluzione di Luglio”. Un vento centrale nella storia francese, una tappa fondamentale nella costruzione dell’impianto democratico transalpino. Ma vediamo che cosa accadde.
Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, la Francia assiste al rientro dei Borbone, la dinastia che regnava prima di essere detronizzata dalla Rivoluzione. La restaurazione dei precedenti monarchi comporta un ritorno all’Ancien Régime, anche se in una forma più blanda. Infatti, re Luigi XVIII concede ob torto collo una costituzione. Essa ammette una serie di libertà (fra cui quella di stampa) e la divisione dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario rispettivamente ad un parlamento con una camera bassa eletta a suffragio censitario (quindi molto ristretto), ad un governo nominato dal re e responsabile dinnanzi a lui, ad una magistratura indipendente dal potere politico.
Morto Luigi nel 1824, gli succede il fratello minore, Carlo X. Costui invece non nascose le sua ostilità per il liberalismo e si pose quale obiettivo la completa restaurazione del precedente regime assolutistico. Tuttavia l’opposizione liberale monta nel Paese, come palesano le elezioni del 1827. L’intransigenza del sovrano, però, non si arresta. Anzi, spalleggiato dal primo ministro Jules de Polignac, un ultrarealista, progetta un colpo di mano. Il 25 luglio il re emana le ordinanze di Saint-Cloud, con le quali sospende le libertà politiche e indice nuove elezioni da tenersi con un suffragio ancora più ristretto.
Questo è davvero troppo. È un attacco troppo grave al fragile sistema democratico. Bisogna contrattaccare immediatamente. Le testate liberali si infischiano della rimozione della libertà di stampa pubblicando articoli criticando apertamente l’operato del re e del governo. Quindi, si passa alla maniere forti. Parigi si barrica. Per tre giorni i cittadini combattono strada per strada contro i soldati del re. E alla fine trionfano. Il 31 luglio 1830 il parlamento nomina luogotenente del regno Luigi Filippo d’Orleans, un parente di Carlo X ma di vedute decisamente più liberali. Il 2 agosto Carlo X abdica a favore del nipotino Enrico. Ma lo strappo è così decisivo che ci vuole un deciso cambio di personalità sul trono per salvare l’istituto monarchico. E così diviene re dei Francesi proprio Luigi Filippo. Con lui si apre una nuova stagione liberale che trova piena espressione nel nuovo testo costituzionale emanato sempre in quel 1830.
Come sostenuto in apertura, il moto scoppiato quel 27 luglio segna un momento cruciale per la storia della Francia. La sua eco trascende subito la politica e giunge nell’arte. Il pittore francese Eugene Delacroix, infatti, ce ne ha lasciato una testimonianza su tela. Mi riferisco, ovviamente, alla Libertà che guida il popolo, opera destinata a divenire immortale simbolo della lotta per le libertà.