Storia Che Passione
Cesare Pavese, morto il 27 agosto 1950

Accadde oggi: 27 agosto

Almanacco del 27 agosto, anno 1950: in una camera d’albergo nel centro di Torino si suicida Cesare Pavese. Scrittore, poeta e traduttore, la sua grande penna riecheggia ancora oggi dalle pagine delle sue opere più celebri. Un artista geniale che la morte ha portato via con sé troppo presto.

Cesare Pavese, morto il 27 agosto 1950

Pavese nasce a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, il 9 settembre 1908. La relativa agiatezza della famiglia, possidenti piccolo borghesi della bassa Langa, gli permette di compiere studi a Torino.

Si laurea in lettere con una tesi su Walt Withman. La conoscenza della lingua inglese gli consente di intraprendere una carriera come traduttore di autori britannici e statunitensi. Coltiva amicizie con altri intellettuali della sua epoca, primo fra tutti Leone Ginzburg, che lo avvicina al panorama dell’opposizione al regime.

Cesare Pavese, morto il 27 agosto 1950

Nel 1935, proprio per i suoi rapporti con il gruppo Giustizia e Libertà è tratto in arresto, processo e condannato al confino presso Brancaleone Calabro (RC). Rientrato a Torino l’anno successivo, intraprende una florida collaborazione con la casa editrice Einaudi, continuata anche dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943 l’occupazione tedesca dell’Italia lo costringe a lasciare Roma, dove aveva brevemente soggiornato, alla volta del Monferrato ospite della sorella.

Cesare Pavese, morto il 27 agosto 1950

Terminato il conflitto mondiale, si iscrive al Partito Comunista Italiano e inizia a scrivere per l’Unità. Ed è questo il periodo più fecondo per la sua produzione. In questi anni, infatti, vedono la luce Feria d’agosto (1946), Il compagno (1947), Dialoghi con Leucò e La luna e i falò (1950).

Tuttavia, la malinconia che lo colpisce in seguito alla fine di una storia d’amore si acuisce sempre più nel suo animo. Il successo lavorativo non riesce a allievare quel senso di smarrimento e di solitudine che lo strozza e che lo porta a compiere il suicidio. Un gesto che lascia smarrito il suo pubblico, ancora più confuso dalla sue ultime enigmatiche parole “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi“.