Almanacco del 24 luglio, anno 1911: Hiram Bingham scopre Machu Picchu, la città perduta degli Inca. Si tratta di un giorno mirabilis per il mondo dell’archeologia, una scoperta sensazionale e di un’importanza immensa. Hiram fu il primo a trovare, nella valle dell’Urubamba, a circa 2340 m. d’altezza i resti della città Inca.
Dal 2007 è stata eletta come una delle sette meraviglie del mondo moderno, e vedendola, anche solo in foto, si capisce perché. Oltre alle bellissime ed affascinanti rovine presenti, si può ammirare, dalla sommità della montagna, tutta la valle dell’Urubamba presente qualche centinaio di metri più in basso. Una vera e propria perla di storia e natura.
Una piccola curiosità, che riguarda anche la nostra Italia: Machu Picchu è il terzo sito archeologico più grande del mondo. Chi c’é prima? Chiaramente l’Italia, con Pompei ed Ostia antica. Ma senza divagare troppo, torniamo al nostro argomento odierno e alla scoperta da parte di Hiram Bingham. Partiamo proprio da lui, personaggio eclettico e molto particolare.
Innanzi tutto Hiram nacque ad Honolulu, capitale delle Hawaii, il 19 novembre 1875, come figlio e nipote di missionari protestanti. Successivamente si trasferisce negli USA per completare i suoi studi, e lo fa in maniera a dir poco brillante. Consegue diversi diplomi, tra cui quello dell’Università di Yale, della California e della prestigiosa Harvard. Diventa in seguito professore nella stessa Università di Harvard e poi a Princeton.
Proprio qui comincia forse la parte più interessante e importante della sua vita. Mentre insegna a Princeton infatti, durante uno studio condotto sul campo, il 24 luglio del 1911 scopre, nelle Ande peruviane, la città di Machu Picchu. Per lui che non si definì mai un archeologo ma sempre un esploratore si trattava di una meta davvero importantissima.
Nell’ambito della stessa missione scoprì anche la città rifugio degli Inca di Vilcabamba, che non riconobbe. Anzi, a quanto pare, la confuse con la stessa Machu Picchu. In ogni caso si trattò di scoperte incredibilmente importanti per la storia dell’America Latina e per l’archeologia di tutto il mondo. Quindi grazie Hiram!