Almanacco del 23 maggio, anno 1555: al soglio pontificio sale papa Paolo IV Carafa. Nato a Capriglia, nell’odierna provincia di Avellino, il 28 giugno del 1476, fu il terzo di nove figli in una famiglia illustrissima: i conti di Carafa di Stadera. Si tratta del 223° papa della Chiesa Cattolica e fu un personaggio di una certa caratura e di uno spessore rilevante. Scopriamolo insieme.
Già da bambino la vita lo spinse verso quello che sarebbe diventato il suo destino. La sua famiglia ne affidò infatti le cure e l’educazione allo zio paterno, il cardinale Oliviero Carafa. Si trattava di un grande uomo di cultura, raffinato mecenate del suo tempo. Questi lo avviò allo studio dell’ebraico e del greco: la sua strada era già in discesa, le sue doti risaltavano da subito.
Gian Pietro Carafa venne introdotto così dallo zio alla vita ecclesiastica. Oliviero Carafa lo mise a disposizione del pontefice Alessandro VI, del quale divenne cameriere pontificio e poi protonotario apostolico. Alla morte dello zio, vescovo di Chieti, sarà proprio il nipote Pietro a sostituirlo: era ormai definitivamente dentro i gangli della Chiesa romana.
Ma il futuro papa aveva un destino particolare, cresceva di giorno in giorno in importanza e viaggiava molto. Partecipò al Concilio Lateranense V e compì missioni diplomatiche in Inghilterra, guadagnando sempre più notorietà negli ambienti ecclesiastici. Nel 1527, quando i Lanzichenecchi saccheggiarono Roma, riuscì a fuggire a Venezia, dove visse da rifugiato per ben 7 anni.
Nel frattempo al soglio pontificio salì Paolo III, che decise di richiamare il vescovo Gian Pietro a Roma. Qui, nel 1536, dallo stesso pontefice, fu creato cardinale. La sua carriera era in continua ascesa, il gradino più alto si avvicinava sempre di più. Nel 1555 divenne finalmente papa, e prese il nome di Paolo IV, contiguo al suo predecessore che lo rese cardinale venti anni prima.
Da quel momento in poi Paolo IV continuerà a primeggiare e ad imporre la propria linea. Passerà alla storia come “Il papa inquisitore“, potenziando subito l’organo inquisitoriale e continuando diversi processi contro le eresie che già avviò quando ancora era cardinale. Particolarmente cruenta fu la lotta contro gli ebrei, ricordando che questo secolo fu quello dei ghetti, di cui lui fu uno degli iniziatori.