Almanacco del 23 febbraio, anno 532: a Costantinopoli inizia la costruzione della Basilica di Santa Sofia per volere di Giustiniano I, imperatore romano dal 527 al 565. Si tratta, in realtà, di una ricostruzione, in quanto una precedente basilica era stata da poco distrutta durante la rivolta di Nika proprio contro l’imperatore Giustiniano. Ma procediamo con ordine.

Il luogo dove sorge Santa Sofia, oggi moschea, aveva già ospitato ben due luoghi di culto cristiani prima dell’edificio attuale. Il primo di questi vide la luce nel 360 sotto l’imperatore romano Costanzo II, fino all’incendio che lo distrusse all’inizio del V secolo. Il secondo, che aprì i propri battenti nel 415, era quello ancora in piedi all’inizio del regno di Giustiniano. Ma anche questa seconda basilica, come abbiamo detto in apertura, subì il triste destino della prima, finendo vittima della rivolta di Nika del gennaio 532.
Alle origini di questo moto rivoluzionario vi era l’ostilità dei cittadini di Costantinopoli verso la politica di elevata tassazione promossa dall’imperatore Giustiniano. In quell’epoca, la città era dominata dalle scuderie dell’ippodromo, che oltre a radunare il tifo durante le corse dei cavalli esprimevano anche diverse correnti politiche. Le due fazioni maggiori erano i Verdi e gli Azzurri, i quali, benché normalmente rivali, in quel frangente coalizzarono il proprio astio verso Giustiniano organizzando un’insurrezione che partì proprio dall’ippodromo. Il motto dei rivoltosi divenne “Nika! Nika!“, in greco “Vinci! Vinci!”: da qui il nome con cui l’insurrezione passò alla Storia.

Per diversi giorni la capitale venne messa a ferro e fuoco: i rivoltosi chiedevano la rimozione dell’imperatore (al suo posto, infatti, proclamarono Ipazio, nipote di un precedente imperatore) e Giustiniano stesso ipotizzò la fuga. Ma grazie alla fermezza della moglie Teodora, che lo convinse a restare, e ai soldati dei generali Belisario e Narsete, Giustiniano domò la rivolta e salvò il proprio trono. A pagare il prezzo più grande furono, ovviamente, i rivoltosi, massacrati a migliaia, e la città stessa. Molti edifici, infatti, finirono danneggiati, tra cui la vecchia Basilica di Santa Sofia, distrutta dal fuoco appiccato durante la rivolta.

Nella sua opera di ricostruzione, dunque, Giustiniano volle proprio partire dal principale edificio di culto della città. Affidò i lavori all’architetto Isidoro di Mileto e mobilitò le maggiori energie dell’Impero. Già nel 537 l’imperatore inaugurava la nuova Basilica, con una cerimonia in pompa magna alla presenza del Patriarca di Costantinopoli. Il nuovo luogo di culto divenne dunque sede del patriarcato costantinopolitano e quindi principale Basilica della cristianità orientale, nonché luogo di incoronazione dei successivi imperatori romani. Convertita brevemente al Cattolicesimo durante l’Impero latino (1204-1261), dopo la conquista ottomana del 1453 divenne moschea, con l’aggiunta dei minareti. Nel 1935 il fondatore della repubblica di Turchia, Mustafà Kemal, la sconsacrò e la trasformò in un museo. Tuttavia, nel 2020, un decreto presidenziale di Erdogan l’ha nuovamente dedicata al culto islamico.