Almanacco del 22 ottobre, anno 1441: si svolge a Firenze la gara poetica in lingua volgare passata alla storia come Certame coronario. Ideata da Leon Battista Alberti e patrocinata dall’allora signore (de facto) Piero di Cosimo de’ Medici, la competizione aveva un duplice fine: in primis spronare la micro-galassia di poeti attivi nella città gigliata; in secondo luogo dimostrare agli umanisti di tutta la penisola come si potesse eccellere nell’arte poetica anche utilizzando il volgare, in un momento in cui il latino poteva dirsi in forte ripresa.
Ci si riferì alla competizione col nome di Certame coronario per via del premio in palio, ovvero una corona argentata decorata da foglie d’alloro. I partecipanti dovevano ideare componimenti poetici incentrati sul tema dell’amicizia. Il concorso si svolse nella suggestiva cattedrale di Santa Maria del Fiore. Quel 22 ottobre la chiesa accolse un gran numero di persone, tra cui semplici cittadini, autorità civili e religiose.
A dir poco discussa fu la scelta di non premiare nessuno tra i concorrenti (nonostante in gara ci fossero delle poesie di assoluto valore, come ci ricordano le testimonianze dell’epoca) ma di assegnare simbolicamente la corona alla chiesa. Autori del gesto popolarmente sgradito furono i segretari apostolici inviati in loco da papa Eugenio IV (1431-1447).
Malcontento che si espresse in una lettera di protesta anonima indirizzata alla giuria. Leggenda vuole che a scrivere l’animosa missiva fosse proprio Leon Battista Alberti, critico di un conservatorismo letterario ancorato al latino e restio nel riconoscere al volgare la dignità letteraria di cui poteva e doveva godere. E pensare che ancora a metà del XV secolo, quando le opere di Boccaccio, Petrarca e Dante non erano certo un tabù letterario, uno zoccolo duro di umanisti sopraelevava l’arcaico latino al nuovo che avanzava, alla lingua del volgo.
Si trattava tuttavia di una posizione precaria, di lì a poco minoritaria. Irreversibile era l’ascesa del volgare; non è un caso che nella seconda metà del Quattrocento questo divenne d’uso comune persino nell’alto registro linguistico e poetico. Ciò accadde non solo a Firenze (dove da almeno due secoli esisteva una consolidata tradizione volgare), ugualmente altrove, vedasi Napoli o nei centri padani.
Una piccola curiosità sul Certame coronario del 22 ottobre 1441. Si pensa – ma è solo un’ipotesi, per quanto attendibile – che per l’occasione fu Piero de’ Medici a ricevere un premio. Non un dono qualunque per il mecenate, bensì l’illustre David di Donatello, realizzato all’incirca l’anno prima, nel 1440.