Almanacco del 22 aprile, anno 1943: il chimico svizzero Albert Hofmann scrive un rapporto scientifico dettagliato sugli effetti del dietilamide dell’acido lisergico, comunemente noto come LSD. Lo scienziato è anche ricordato per essere stato il primo ad aver studiato, sintetizzato ed assunto tramite ingestione la sostanza psicotropa.
La passione per la chimica condusse l’originario di Baden, in Svizzera, a studiare prima nella facoltosa Università di Zurigo, poi a specializzarsi presso il dipartimento chimico-farmaceutico dei Laboratori Sandoz, nella città di Basilea. Negli anni ’30 il brillante ricercatore approfondì lo studio sull’acido lisergico, il componente comune centrale degli alcaloidi della Claviceps purpurea (un ascomicete presente sulla segale). Le varie sperimentazioni ebbero come esito la sintesi dell’LSD-25 o dietilamidetartrato 25.
Per cinque anni tuttavia gli esiti della ricerca non vennero né resi pubblici, né ulteriormente sviscerati. Il 16 aprile del 1943, durante la ripetizione del processo di sintesi, una piccolissima quantità della sostanza finì sulle mani di Albert Hofmann, il quale si strofinò volto e bocca per errore. Egli stesso sostenne di aver sperimentato uno strano senso di alterazione; vertigine per meglio dire. Tre giorni dopo volle assumere consapevolmente 250 microgrammi di LSD. Dopo la deliberata assunzione, l’uomo salì sulla sua bicicletta e pedalò in direzione di casa. Durante il tragitto Hofmann provò stordimento e confusione, in misura maggiore rispetto a qualche giorno prima.
Ed ecco che il 22 aprile 1943 scrisse per la prima volta di questi esperimenti, redigendo un dettagliato rapporto scientifico. Lo psichiatra del chimico scrisse in seguito: “Gli effetti raggiunsero l’apice quando il chimico ebbe visioni di scene reali distorte. Sapore metallico sulla lingua; gola secca; intorpidimento degli arti e stati confusionali. Solo dopo 6 ore e 5 minuti, le condizioni cominciarono a ritornare alla normalità. Lo stesso Hofmann ribadì che lo stato predominante era sempre quello dello scambio uditivo-visivo. I suoni si trasformavano in sensazioni variopinte, ovvero la sua mente riusciva ad associare le immagini a diversi suoni”.
L’esperienza, in definitiva, condusse alla teorizzazione dell’effetto psicotropo dell’LSD. Solo in seguito Albert Hofmann comprese di aver esagerato con il dosaggio quel 19 aprile, in quanto 250 µg (microgrammi) rappresentano una dose medio-alta nella scala d’ordine. Nel suo libro LSD: My Problem Child, Hofmann descrive con tali parole l’essenza di quel momento divenuto popolare: “Visioni meravigliose, piacevoli e persistenti. Giochi di forme e colori caleidoscopici. Immagini fantastiche che mi comparivano davanti agli occhi chiusi alternandosi, variando, trasformandosi in cerchi e spirali, esplodendo in fontane colorate, riarrangiandosi e ibridandosi in un flusso costante…”.
La pubblicazione del rapporto diede modo ai colleghi del dipartimento di acuire l’analisi della sostanza e segnalarne ampi utilizzi in campo psichiatrico. A tal riguardo sorse un gruppo di ricerca volto a testare gli effetti del dietilamide dell’acido lisergico su mammiferi con diversi dosaggi del medesimo composto. Sembra che la Sandoz, notando gli esiti positivi dello studio, iniziò a distribuire gratuitamente LSD ad università, cliniche private e istituti medici interessati alla sostanza. Questo almeno fino al 1966.