Almanacco del 18 settembre, anno 1975: Patricia Campbell Hearst viene arrestata dall’FBI dopo un anno di ricerca e molti colpi di scena. Questo articolo è l’esplicita dimostrazione della cosiddetta Sindrome di Stoccolma: la donna che si innamora degli ideali dei suoi rapitori e vi si unisce, anche andando contro gli ideali della sua intera vita passata. Ma procediamo con ordine e vediamo chi era Patricia.
Nata a San Francisco, il 20 febbraio del 1954, Patty era una discendente di George Hearst, imprenditore minerario ricchissimo e senatore USA. Suo nonno era anche un imprenditore, questa volta nel settore dei media. Si trattava dunque di una ricchissima futura ereditiera, anche se era solo la terza di cinque sorelle. Tutto ciò faceva gola ai membri del Symbionese Liberation Army (SLA), un gruppo paramilitare di guerriglia urbana.
Già noti per omicidi e rapine, i membri dello SLA entrarono nell’appartamento californiano della Hearst alle 21:00 circa del 4 febbraio del 1974, rapendo Patricia. La successiva richiesta di riscatto fu abbastanza peculiare: 400 milioni di dollari da distribuire fra i bisognosi delle strade della California (circa 70$ a testa). In un certo senso, i rapitori ottennero quel che desideravano.
La prima tranche della cifra, anche se nettamente inferiore (si parlava di circa 2 milioni di dollari), avvenne attraverso il programma “People of Need“, una raccolta di pacchi alimentari. I circa 90.000 pacchi non erano però sufficienti e quindi si attivò un altro programma, questa volta da circa 4 milioni di dollari. Nonostante ciò, il 4 aprile dello stesso anno, i genitori di Patricia ricevettero un “communiqué“, come lo chiamavano i membri dello SLA, che recitava:
Mi è stata data la scelta di essere rilasciata in una zona sicura o di unirmi alle forze dell’Esercito di Liberazione Simbionese per la mia libertà e la libertà di tutti i popoli oppressi. Ho scelto di restare e di lottare.
Arrivava una doccia gelata ai miliardari Hearst: la figlia si era unita agli SLA, iniziava così la sua carriera criminale. Dopo la sua lunga prigionia, bendata e chiusa in una piccola stanza, aderì agli ideali dei suoi rapitori. Cambiò il suo nome in Tania, ripreso dalla guerrigliera argentina Haydée Tamara Bunke Bider, detta appunto Tania la Guerrigliera. Patricia cambiava casa, cambiava vita, cambiava ideali.
Già dal 1975 partecipò a rapine e incursioni con vittime civili. L’FBI puntava gli occhi su di lei e la iscrisse alla lista dei ricercati. Dopo 19 mesi di ricerche, finalmente l’agente Charles Bates la catturò. Inutile dire che, nonostante la sua famiglia fosse ricca e potente, il processo si concluse con la sua condanna. Quest’ultima era inizialmente di 35 anni, che divennero 7 e poi solo 22 mesi. Ma in ogni caso pagò cara la sua scelta.