Almanacco del 18 giugno, anno 1815: presso Waterloo, cittadina oggi situata in Belgio, Napoleone combatte la sua ultima battaglia. Ad affrontarlo ci sono i Prussiani del feldmaresciallo Von Blucher e i Britannici del duca di Wellington. La battaglia, come è noto, si conclude con la sconfitta francese. Ma come si giunse a quello scontro epocale?
Nel maggio del 1814, Napoleone è costretto ad abdicare in seguito alla serie di sconfitte seguite alla disastrosa campagna in Russia. Le potenze vincitrici restaurano sul trono di Francia Luigi XVIII, fratello del re decapitato durante la Rivoluzione, ed esiliano Napoleone sull’isola d’Elba. Ma il grande generale non si da per vinto. Nel marzo 1815 elude la sorveglianza britannica posta sull’isola toscana e si imbarca di nascosto alla volta della Francia. Parte così una corsa contro il tempo per riconquistare quanto secondo lui gli spettava: innanzitutto il trono, poi il dominio sull’Europa intera. Una corsa che, però, durerà solo Cento Giorni.
Il suo sbarco sulle coste della Francia meridionale è accolto con giubilo dai suoi sostenitori. Mano a mano che cavalca verso Parigi le sue file si ingrossano sempre più. Celebre è l’episodio dell’ammutinamento delle truppe inviategli contro, le quali disertano e passano dalla sua parte. Luigi XVIII, con le spalle al muro, fugge dalla capitale. Nel frattempo, le potenze europee costituiscono in fretta e furia la Settima coalizione contro la Francia. Napoleone risponde preparandosi alla guerra: a fine maggio 1815 tutto è pronto per la sua ennesima campagna militare.
La coalizione antinapoleonica, però, disponeva all’atto pratico delle sole truppe britanniche e prussiane, dislocate in Belgio: gli Austriaci sarebbero infatti arrivati solamente in luglio, mentre i Russi con ancora più ritardo. La strategia di Napoleone è dunque quella di battere britannici e prussiani separatamente prima dell’arrivo di austriaci e russi. E subito parve funzionare: il 16 giugno i Prussiani sono sconfitti a Ligny. Venuto a conoscenza della vittoria francese, il comandante delle forze britanniche, il Duca di Wellington, decide di ripiegare attestandosi vicino il villaggio di Waterloo.
Napoleone, dunque, si convince che convenga attaccare subito gli inglesi, ora che sono ancora da soli, prima che sopraggiungano rinforzi prussiani, la cui sconfitta non è stata decisiva. Tuttavia, la notte fra il 17 e il 18 giugno 1815 un’incessante pioggia rovina i piani dell’Imperatore dei Francesi. Finché non smette di piovere e vi è pantano, non si possono muovere i pezzi di artiglieria, asso nella manica dei Francesi. Bisogna dunque attendere che spiova. Tutto il tempo perso gioca a favore dei britannici. Finalmente il cielo si apre e il sole asciuga a sufficienza il terreno: le armate napoleoniche possono ingaggiare battaglia.
Gli scontri imperversano fino in serata e i francesi appaiono vicini alla vittoria. Ma quel ritardo accumulato per colpa del maltempo si rivela fatale. I prussiani di Von Blucher giungono sul campo mentre i combattimenti sono ancora in corso, cambiando le sorti della battaglia. Le armate francesi sono sconfitte in maniera decisiva e ripiegano in rotta. Non c’è più nulla da fare o da dire: Napoleone ha perso l’ultima possibilità, la sua epopea è tramontata per sempre.