Almanacco del 17 maggio, anno 1510: muore a Firenze Sandro Botticelli. Artista geniale, è considerato una delle figure simbolo del Rinascimento italiano. Il suo stile si caratterizzò soprattutto per la raffinatezza nella rappresentazione di una bellezza idealizzata che si confaceva al gusto estetico dell’epoca.
Alessandro Filipepi, questo era il suo vero nome, nacque a Firenze nel 1445 all’interno di una famiglia modesta ma non povera. Il cognome con cui oggi è universalmente conosciuto era in origine un soprannome. Non si sa esattamente la sua origine. Si pensa che potesse derivare dalla robusta costituzione del fratello Antonio, detto appunto “Botticello” o da un’alterazione del nome del fratello Giovanni, di professione orafo (a Firenze chiamato “battigello“).
Fra il 1464 e il 1467 svolse l’apprendistato presso la bottega di Filippo Lippi, importante pittore fiorentino dell’epoca. Nel 1470 Botticelli aprì la prima bottega per conto proprio. Sempre negli anni Settanta cominciò a frequentare la cerchia dei Medici, signori de facto di Firenze e grandi mecenati. Per la famiglia signorile realizzò alcuni ritratti, fra cui celebre è quello di Giuliano de Medici, fratello di Lorenzo e ucciso nella Congiura de’ Pazzi.
Fu poi alla corte Medicea che realizzò due suoi quadri più celebri, la Primavera e la Nascita di Venere. Entrambe le opere sono databili al periodo compreso fra la fine degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta del XV secolo.
La sua fama, nel frattempo, giunse fino a Roma, dove Papa Sisto IV lo chiamò per contribuire alla realizzazione degli affreschi della Cappella Sistina. Rientrato nel capoluogo toscano, Botticelli continuò a lavorare alla corte medicea. Il grande successo, però, avrebbe cominciato a scemare da lì a qualche anno, seguendo le vicende della famiglia Medici.
Nel 1494 Girolamo Savonarola depose Piero de’ Medici, figlio di Lorenzo, instaurando un regime teocratico, che però durò ben poco. Le veementi critiche all’immorale papato del corrotto Alessandro VI e la volontà redistributiva alienarono presto a Savonarola il sostegno di Roma e dell’aristocrazia fiorentina. Nel 1498 il frate fu condannato al rogo, ma a Firenze non tornarono i Medici, bensì fu restaurata una repubblica oligarchica. Botticelli rimase legato ai suoi mecenati, venendo quindi messo da parte dal potere cittadino a favore di altri artisti nascenti, come Leonardo o Michelangelo. Trascorse gli ultimi anni della sua vita quasi nell’inattività, spegnendosi il 17 maggio 1510 nella sua città natale.