Almanacco del 16 settembre, anno 1658: rappresentanti della Confederazione polacco-lituana e i cosacchi ruteni firmano il trattato di Hadjač. Il concordato mirava ad elevare lo status politico, amministrativo e sociale dei cosacchi ruteni alla pari di polacchi e lituani, le due nazioni storicamente più avvantaggiate. Nelle idee dei firmatari, si sarebbe dovuta formare una confederazione trinazionale, a guida polacca, lituana e rutena (Rzeczpospolita Trojga Narodów, traducibile in Confederazione delle tre nazioni).
Se da un lato l’intento era quello di rafforzare una Confederazione in evidente difficoltà (ancora freschi erano i traumi del diluvio svedese e dell’invasione russa), dall’altro con il trattato di Hadjač si cercò di consolidare la posizione dei cosacchi ruteni all’interno dello Stato, pensando così di mettere la parola fine alle loro continue rivolte. Qui di seguito i punti salienti del patto del 16 settembre 1658:
- La creazione di un Granducato di Rutenia, il terzo attore del Commonwealth dopo Polonia e Lituania.
- Il ducato sarebbe stato guidato dall’atamano dell’esercito zaporoziano su beneplacito del re di Polonia.
- Leggi, tribunali e sistema amministrativo-territoriale dovevano imitare quello in essere in Polonia.
- Il ripristino completo della grande proprietà terriera e della servitù della gleba.
- Libertà di culto nonché di professione pubblica per tutte le confessioni in seno al Cristianesimo.
- Divieto per eserciti polacchi e lituani di sostare nel Granducato di Rutenia a meno che si fosse presentata una stringente necessità difensiva. Qualora ciò fosse avvenuto, il comando delle forze di terra sarebbe stato assunto dall’atamano.
Queste le premesse, subito disattese in sede d’approvazione confederale. Su pressione del clero cattolico e dell’alta nobiltà polacca, si abbandonò l’idea di un granducato ruteno autonomo. Possiamo interpretare il vano tentativo come la volontà della Confederazione di riconquistare influenza sui territori ucraini, persa dopo la serie di rivolte cosacche e la crescente influenza dello Zarato russo sui ruteni.
Bisogna dire anche come non tutti i cosacchi apprezzarono le clausole del trattato di Hadjač. L’accordo del 16 settembre 1658 era da molti sbeffeggiato come un goffo e tardivo esperimento di riappacificazione. Tra l’altro il medesimo voleva affermarsi in un momento estremamente complicato per la Repubblica delle Due Nazioni. Da quattro anni infuocava la guerra russo-polacca (1654-1667), dispendiosa in termini sociali e soprattutto economici.
I cosacchi ruteni gridavano “troppo tardi, troppo poco” dinnanzi alla lettura del proclama confederativo. Avevano ragione, perché con la sconfitta polacco-lituana la Rutenia-Ucraina, compresa la capitale Kiev, passò in mani russe (trattato di Andrusovo, 1667). In definitiva, gli accordi di Hadjač furono gli ultimi tentativi di salvare un gigante della scena politica e militare europea, quale era la Rzeczpospolita Obojga Narodów (Repubblica delle Due Nazioni), ormai in evidente declino e prossima all’annichilimento.