Almanacco del 16 maggio, anno 1527: il popolo insorge ed allontana la famiglia Medici dalla città di Firenze. Si proclama la terza ed ultima Repubblica fiorentina. Il terzo governo repubblicano si instaurò in seguito all’estromissione dell’ingombrante casata dei Medici. Quest’ultimi, sebbene de iure si presentassero come protettori e continuatori delle istanze repubblicane e comunali, de facto governavano come se fossero a capo di uno stato monarchico e nepotistico.
Colui che deteneva le redini della città e del territorio ad essa sottomesso era Clemente VII, al secolo Giulio de’ Medici. Su Firenze si estendeva il dominio pontificio, rappresentato formalmente dal cardinale Silvio Passerini da Cortona. Egli era governatore in nome dei rampolli Ippolito de’ Medici e Alessandro de’ Medici (futuro duca di Firenze). Tale situazione suscitava non poco malcontento in ampi strati del popolo, il quale non sopportava la longa manus di Roma assecondata dal predominio peninsulare spagnolo.
Approfittando della tensione di maggio tra il papa e l’imperatore Carlo V – tensione che sfocerà nel famigerato Sacco di Roma – i fiorentini insorsero, estromettendo dalla signoria gli odiati Medici e instaurando un governo di tipo “piagnone“, ossia ispirato alle direttive savonarolesche indette poco più di trent’anni prima.
La fazione democratico-repubblicana riorganizzò gli uffici del potere cittadino in senso pluralistico, eliminando (solo temporaneamente) i residui di stampo oligarchico che avevano sostenuto l’ossatura dell’assolutismo mediceo. La terza Repubblica di Firenze ebbe vita breve, perché nel 1530, in seguito al congresso bolognese e all’incoronazione di Carlo V, Sacro Romano Impero e Chiesa giunsero ad una riappacificazione. Tra le clausole sottoscritte e firmate, ve n’era una particolarmente cara a Clemente VII: il ritorno dei Medici nella loro città.
In realtà già dal 1529 truppe spagnole e tedesche, agli ordini del generale imperiale il principe d’Orange, ponevano d’assedio le mura fiorentine. L’accerchiamento andò avanti per due anni. Personaggi illustri contribuirono alla difesa della città e della repubblica, esempi noti sono quelli del condottiero Francesco Ferrucci e del genio poliedrico Michelangelo Buonarroti.
Nell’agosto del 1530, dopo il tradimento del mercenario perugino Baglioni Malatesta e la sconfitta delle truppe del Ferrucci, Firenze capitolò. Carlo V ordinò la restaurazione del potere mediceo nella persona di Alessandro de’ Medici. Egli nel 1532 divenne primo duca di Firenze.