Almanacco del 16 luglio, anno 1054: sull’altare della Basilica della Santa Sofia, a Costantinopoli, Umberto di Silva Candida pone la bolla di scomunica nei confronti del patriarca orientale Michele Cerulario. Tale atto è assunto dalla storiografia come data di inizio dello Scisma d’Oriente, la separazione fra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa. Una frattura nella cristianità che permane ancora oggi e che affonda le proprie radici in divisioni sorte ben prima del definitivo strappo del 1054. Perché, dunque, si giunse a tale separazione? Scopriamolo insieme.
Lo Scisma del 1054 non fu il primo momento di divisione fra l’Oriente e l’Occidente cristiano. Tra il 482 e il 519 ebbe luogo il cosiddetto “Scisma Acaciano“, dal nome dell’allora patriarca di Costantinopoli, Acacio, e pure tra l’863 e l’867 si consumò un’altra rottura. Le divergenze fra le due Chiese avevano natura teologica e politica. Nel corso dei secoli, ad esempio, erano maturate importanti distanze sulla prassi liturgica: in primis il fatto che l’Occidente usasse il latino e l’Oriente il greco. Inoltre vi era la spinosa questione del primato del Vescovo di Roma sull’intera Cristianità. È inutile dire che tali velleità di predominio incontravano l’accanita resistenza del Patriarca di Costantinopoli, il quale continuava a considerare il Papa suo parigrado.
Nel 1043 divenne patriarca di Costantinopoli l’energico Michele I Cerulario, che iniziò una dura invettiva contro la Chiesa di Roma, accusata di discostarsi dalla “retta fede”. La risposta del pontefice non si fece attendere. Papa Leone IX, asceso al soglio pietrino nel 1049, rimise al mittente le insinuazioni, imputando alla Chiesa orientale ben 90 eresie. Il pontefice, inoltre, inviò a Costantinopoli il suo fido collaboratore, Umberto da Silva Candida, in qualità di mediatore. Egli tuttavia, convinto assertore della superiorità di Roma, affondò ulteriormente il coltello nella ferita. Il 16 luglio 1054, appunto, depose sull’altare della Basilica di Santa Sofia in Costantinopoli una bolla di scomunica nei confronti di Michele Cerulario.
La risposta in Oriente fu veemente. Non solo la base di consenso del Patriarca di Costantinopoli rimase intatta, ma si scatenò una violenta reazione contro le comunità latine. Le distanze teologiche e politiche si erano tramutate quindi in uno strappo definitivo. Nei secoli successivi si tentò più volte di riunificare le due Chiese, come avvenne, ad esempio, al Concilio di Lione del 1270 e a quello di Basilea-Ferrara-Firenze del 1431-1445. Importantissimo fu poi l’incontro avvenuto negli anni sessanta del secolo scorso fra Papa Paolo VI e il patriarca Atenagora I. Tuttavia, una riunificazione definitiva non è mai avvenuta e le divergenze sono ancora assai ingenti.