Almanacco del 14 ottobre, anno 1773: il Sejm (l’assemblea parlamentare) e il re Stanislao II Augusto decretano la nascita della “Commissione per l’educazione nazionale” (in polacco “Komisja Edukacji Narodowej“, in lituano “Edukacinė komisija”, abbreviato in KEN). All’apparenza sembra un provvedimento di poco conto, ma si tratta di un evento dalla portata epocale e in tanti contemporanei, anche al di fuori del commonwealth polacco-lituano, compresero l’importanza della decisione. Nasceva così il primo ministero dell’istruzione nella storia europea: una fondamentale conquista dell’illuminismo polacco.
Come in ogni occasione in cui ci siamo focalizzati su dibatti inerenti il sistema educativo degli Stati sei o settecenteschi, anche in questo caso non si sfugge dalla prima regola non scritta della tarda modernità: l’intero complesso delle istituzioni dedite all’educazione era in mano ai gesuiti, in Polonia-Lituania così come in quasi tutta Europa (il Portogallo pombalino è un altro esempio di cui abbiamo discusso in passato).
La Compagnia di Gesù garantiva anche un’istruzione di alto livello ai facoltosi aristocratici della confederazione, ma in cambio esigeva il più severo mantenimento dello status quo; in poche parole il conservatorismo, osteggiato dai lumi più affermati del XVIII secolo, regnava sovrano. Ad un fatto puramente fazioso, se ne aggiunga uno più concreto: Papa Clemente XIV il 21 luglio del 1773 promulgò una lettera apostolica, intitolata Dominus ac Redemptor, con cui formalmente sopprimeva l’ordine dei gesuiti. Non una cosa di poco conto e presto se ne resero conto nelle più eminenti cancellerie europee. Il decisionismo della Santa Sede indirettamente minacciò il crollo del sistema educativo della confederazione.
Il Sejm, che tra una cosa e l’altra doveva anche capire come superare la prima partizione della Confederazione polacco-lituana, pose all’ordine del giorno la questione dell’istruzione. In poche parole, nella tarda estate del 1773 si giunse ad una concordanza di intenti: si doveva riformare il sistema senza snaturarlo completamente. Prendere quanto di buono i gesuiti avevano fatto, tracciare una linea di continuità e dare vita ad un qualcosa di simile, anche se laico e supervisionato/controllato dai vertici dell’apparato confederativo, dunque il re e il parlamento.
E proprio queste due figure chiave, Stanislao II Augusto e il Sejm, formarono il nucleo della Commissione per l’educazione nazionale il 14 ottobre 1773. La commissione presentava formalmente i connotati di un ministero, sebbene vigesse un’ossatura di carattere collegiale. La vera mente dietro questa nuova creatura era un sacerdote cattolico natio della Volinia. I più lo ricordano per le sue brillanti intuizioni politico-filosofiche, nonché per i numerosi resoconti storici che oggi rappresentano una fortuna culturale per la Polonia. Sto parlando di Hugo Kołłątaj.
La KEN mosse i suoi primi passi in un ambiente non del tutto amichevole. I suoi “senatori” (membri del collegio ministeriale) meno impegnati – culturalmente parlando – non gradivano le velleità riformiste dell’organo. Tuttavia prevalse la spinta dei più colti e influenti uomini di pensiero del tempo. Piccola curiosità: tra loro figurava Pierre Samuel du Pont de Nemours, all’epoca segretario del re di Polonia e padre di un certo Éleuthère Irénée du Pont, colui che fonderà la DuPont, la multinazionale leader del settore chimico nonché una delle società d’azioni più ricche tra XIX e XX secolo.
DuPont a parte, cosa comportava nell’atto pratico l’esistenza della Commissione per l’educazione nazionale? Anzitutto una razionalizzazione del piano educativo e formativo. Da buon illuminista, Kołłątaj aprì le scuole del commonwealth a chiunque, senza distinzione di sesso, etnia e ceto sociale. Il sistema educativo si reggeva su tre livelli:
- Scuole parrocchiali; principalmente per contadini e borghesi.
- Scuole distrettuali; più grandi delle prime e dunque più facoltose, anche se formalmente aperte a tutti.
- Università; la KEN gestiva direttamente gli atenei di Varsavia, Vilnius e Cracovia.
Lo scossone causato dalla Dominus ac Redemptor ebbe delle ripercussioni linguistiche non di poco conto. Da un istante all’altro il latino, lingua d’insegnamento per i gesuiti, divenne obsoleto. Kołłątaj & co. dovettero quindi reinventarsi linguisti, mandando in stampa testi in lingua polacca e creando da zero una terminologia scientifica prima basata sul vecchio latino.
Una trasformazione radicale del sistema educativo confederativo: ecco cosa rappresentò in definitiva la Komisja Edukacji Narodowej. Essa, strettamente legata all’organo di governo, cessò dunque di esistere con la cancellazione del commonwealth dalle cartine d’Europa. Nel 1795 la Grande Spartizione della Polonia voluta da Russia, Austria e Prussia divenne concreta realtà.