Almanacco del 14 maggio, anno 1955: a Varsavia Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania Orientale, Polonia, Romania, Ungheria e URSS firmano il “Trattato di amicizia, cooperazione, assistenza reciproca“, meglio noto come Patto di Varsavia. Si trattava di un alleanza militare volta a contenere gli USA e i rispettivi alleati, tanto in Europa quanto in altre parti del mondo.
L’alleanza nacque come risposta al progressivo inasprimento della tensione in Europa fra Est ed Ovest. Pochi giorni prima, infatti, il 9 maggio 1955, la Germania Occidentale era entrata a far parte della NATO. La possibilità di ritrovarsi le truppe statunitensi al centro dell’Europa, a ridosso della cortina di ferro, spaventò molto i paesi comunisti. In particolare, la stessa Unione Sovietica, la quale dal 1949 in poi, anno di fondazione della NATO, aveva visto l’alleanza atlantica avanzare sempre più vicino ai suoi confini nazionali e a quelli della sua sfera di influenza.
Come il Patto Atlantico, quello di Varsavia comprendeva la mutua difesa reciproca. Nel caso un membro avesse subito un attacco da parte di un paese terzo, tutti gli altri aderenti al trattato di Varsavia avevano l’obbligo di scendere in difesa dell’alleato aggredito. Il primo comandante supremo delle forze del Patto fu il sovietico Konev, uno dei più brillanti comandati dell’Armata Rossa durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il 1968 segnò un punto di svolta decisivo per il fronte comunista. Quell’anno, infatti, si ebbe la cosiddetta Primavera di Praga, quel processo di liberalizzazione del regime cecoslovacco promosso dal segretario del Partito Comunista Cecoslovacco, Aleksander Dubecek. La ferrea opposizione dell’Unione Sovietica a quanto stava avvenendo comportò l’intervento militare delle truppe del Patto di Varsavia. Lo scopo era quello di deporre Dubeck e installare una personalità più asservita alle direttive di Mosca.
A quella spedizione militare, tuttavia, si rifiutarono di partecipare la Romania di Ceausescu e l’Albania di Hoxha. Tale gesto è da giustificarsi con la volontà di entrambe le nazioni di ritagliarsi spazi di maggiore indipendenza dall’Unione Sovietica. Anche senza la partecipazione di queste due nazioni, la repressione sovietica ebbe successo.
Tuttavia, se lo strappo con Bucarest fu ricucito e il Paese rimase all’interno del Patto, con Tirana i rapporti si ruppero definitivamente. Nel 1968, infatti, l’Albania uscì dall’alleanza comunista, avvicinandosi così alla Cina maoista, la quale pure era in rotta di collisione con l’Unione Sovietica. Il Patto di Varsavia si sciolse definitivamente nel 1991, quando crollarono i regimi comunisti in Europa Orientale e la stessa Unione Sovietica implose.