Almanacco del 14 luglio, anno 1789: a Parigi una folla inferocita assalta la fortezza della Bastiglia. Un momento cruciale all’interno del contesto della Rivoluzione Francese, tanto da rappresentarne un vero e proprio simbolo. L’importanza dell’evento è riconosciuta dallo stesso stato francese e infatti tutt’oggi il 14 luglio è festa nazionale in Francia. Ma vediamo che cosa accadde quel giorno di 235 anni fa.
Nel luglio del 1789 la Francia sta vivendo un momento di forte subbuglio politico. La crisi economica ha palesato quale unica possibile soluzione quella di allargare la base tassabile anche a nobiltà e clero, che ne erano storicamente esenti. Ciò è suggerito anche dal ministro delle finanze del re, Jacques Necker, nonché dal cosiddetto “Terzo Stato”, che comprende tutta la popolazione laica e non nobile, sulla quale ricade l’intero carico fiscale. Tuttavia, l’inetto Luigi XVI non vuole assumersi la responsabilità di una così spinosa riforma e perciò decide di delegare tale scelta agli Stati Generali, l’assemblea cetuale francese costituita dai rappresentanti della nobiltà (Primo Stato), del clero (Secondo Stato) e del resto della popolazione (Terzo Stato).
Ma siccome il voto non avviene per singolo deputato ma per ceto, il Terzo Stato si trova in minoranza rispetto agli altri due ceti, che ovviamente osteggiano la riforma fiscale e che riescono a non farla approvare. I delegati del Terzo Stato chiedono dunque al monarca di cambiare le modalità di voto e di votare per testa: in questo modo avrebbero avuto la maggioranza assoluta. Ma di fronte al diniego del re, costoro disertano gli Stati Generali e in segno di protesta si autoproclamano Assemblea Nazionale iniziando lavori paralleli a quelli del congresso “ufficiale”. Un atto di insubordinazione senza precedenti, che inviava un messaggio chiaro al monarca. Lontano dalla capitale, nella sua prigione dorata di Versailles, Luigi XVI, però, non lo recepisce. Anzi, si irrigidisce ancora di più giungendo a licenziare il ministro Necker.
La popolazione di Parigi protesta veementemente contro questa decisione. Il re risponde inviando soldati a soffocare il moto popolare. Alcuni capipopolo iniziano a diffondere la voce che non sia altro che l’inizio della repressione violenta da parte della monarchia. E’ dunque arrivato il momento di armarsi. E in quale luogo si sarebbero potuti trovare fucili e polvere da sparo in grosse quantità? Ma proprio nella prigione-fortezza della Bastiglia. Essa inoltre rappresenta per i parigini un simbolo del dispotismo della monarchia, in quanto vi vengono spesso internati prigionieri politici.
Inizialmente, sembra che la situazione possa risolversi pacificamente. Il direttore della Bastiglia, infatti, decide di parlamentare con i capi della folla che sta assediando la fortezza. Tuttavia, in seguito la situazione precipita e la manifestazione si trasforma in un vero e proprio assalto. Al termine di una rocambolesca battaglia, gli assalitori riescono ad avere la meglio. La testa del direttore della Bastiglia, ucciso negli scontri, è issata su una picca e portata in trionfo per le strade della capitale francese.
E Re Luigi XVI come reagisce? La leggenda vuole che al paggio che gli annuncia la notizia della Presa della Bastiglia lui chieda “E’ che cos’è, una rivolta?” e il paggio gli risponda “No, sire, è una rivoluzione!“. Che sia vero o no, Luigi XVI non si sarebbe mai dimostrato all’altezza della situazione, come dimostrerà quando metterà in atto la precipitosa Fuga di Varennes.