Storia Che Passione
Accadde oggi: 12 ottobre

Accadde oggi: 12 ottobre

Almanacco del 12 ottobre, anno 1960: durante la 902a riunione plenaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il leader sovietico Nikita Sergeevič Chruščëv protesta con veemenza contro il discorso pronunciato dal delegato filippino Lorenzo Sumulong. L’episodio diede vita ad una leggenda popolare ancora oggi molto dibattuta, per la quale il segretario generale del PCUS, in un parossismo di rabbia furente, batté la propria scarpa sulla scrivania del delegato a lui vicino. Leggenda popolare si è detto, ma come andarono davvero le cose?

Accadde oggi: 12 ottobre

Premetto che le fonti a riguardo dell’accaduto di per sé famosissimo sono molteplici, alcune delle quali autorevoli, eppure contrastanti a seconda della prospettiva adottata. Onde evitare fraintendimenti, per il racconto mi affido alle uniche prove video esistenti e in circolazione (che potete osservare voi stessi nella parte finale dell’articolo). Queste provengono da UN Video, la sezione dell’archivio multimediale delle Nazioni Unite, facilmente accessibile e gratuito. Il video in questione è chiarissimo e non sembra avvalorare la tesi di chi sostiene di aver visto Chruščëv brandire la sua scarpa slacciata in quella riunione del 12 ottobre 1960.

Altre prove video non sussistono, o per meglio dire, non sono “recuperabili”, prendendo il prestito lo stesso termine (“recoverable“) che emittenti del calibro di NBC e CBC hanno utilizzando scusandosi dopo non essere riuscite a rintracciare materiale video della vicenda nei loro archivi.

12 ottobre Nikita Chruščëv all'Assemblea generale dell'ONU

L’immagine di un goffo Chruščëv rosso in volto e burbero nei modi, che sbatte la sua scarpa sul tavolino davanti tutta l’Assemblea generale ONU divenne il riflesso della condizione critica in cui si trovava l’Unione Sovietica: arrabbiata, nervosa e dunque pericolosa, forse un po’ esagerata nei modi ma da non prendere sotto gamba. La Guerra Fredda era più calda che mai e il fallout globale era a tanto così dal divenire una drammatica realtà.

A far infuriare la figura apicale del comunismo mondiale fu, come anticipato in apertura, il discorso di Lorenzo Sumulong. Il capo delegazione filippino accusò l’URSS di “imperialismo in Europa orientale” (e non era facile smentire un’insinuazione dopo gli eventi di Budapest quattro anni prima). Le esatte parole di Sumulong furono:

«La risoluzione proposta dall’URSS sul diritto inalienabile all’indipendenza dei popoli dovrebbe essere estesa anche alle genti dell’Europa orientale e di ogni altro Paese che sono state private del libero esercizio dei diritti politici e civili inghiottiti, per così dire, dall’Unione Sovietica».

12 ottobre Nikita Chruščëv protesta contro delegato filippino

Udito l’affronto, il Primo segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica chiese al presidente della 15° Assemblea di richiamare alla compostezza e all’ordine Sumulong. Richieste che non furono accolte e che scatenarono l’ira incontrollata di Chruščëv. Secondo la versione ufficiale, in questo momento egli batté solo i pugni sul tavolo (come dimostra il girato dell’ONU).

Le fonti vicine al leader sovietico, persino le sue memorie, invece citano in causa la scarpa della discordia. E allora vediamo cosa hanno da dire queste fonti. In Memorie di Nikita Chruščëv, lo stesso segretario generale afferma: “Ricordando i resoconti che ho letto sulle sessioni della Duma di Stato in Russia, ho deciso di aggiungere un po’ più di calore. Mi sono tolto la scarpa e l’ho sbattuta sulla scrivania in modo che la nostra protesta fosse più forte”.

12 ottobre statua di Chruščëv in Germania

A riportare la stessa versione, arricchendola di dettagli sul come e sul perché, saranno in seguito la pronipote di Chruščëv, Nina Khrushcheva. Nonché il suo interprete di lunga data, Viktor Sukhodrev. Entrambi però hanno sempre confermato di non essere in possesso di prove fotografiche o video dell’accaduto. Gli unici due scatti che ritraggono Chruščëv con una scarpa tra le mani e che circolano in rete sono false e ritoccate. Come sostenuto da molti esperti e giornali autorevoli, primo tra tutti il New York Times.

Insomma, esistono due versioni della stessa vicenda. Una delle due si basa su prove scritte non verificabili; l’altra invece può presentare dei campioni visivi difficilmente confutabili. Io una mia idea ce l’ho, lascio che siate voi a giudicare dopo questa disamina. In coda consiglio di guardare il video dell’ONU così da avere un quadro completo dell’evento storico.