Almanacco del 1° settembre, anno 1715: si conclude il regno più lungo della storia. all’età di quasi settantasette anni, muore Luigi XIV di Francia. Sedeva sul trono da ben 72 anni e 110 giorni, da quando aveva solamente cinque anni. Per la prima parte del suo regno, quindi, a governare per lui era stata la madre coadiuvata dal fido ministro Giulio Mazzarino. Ma una volta raggiunta l’età adulta aveva assunto su di se le redini del potere, tanto da divenire il simbolo dell’assolutismo regio. Un monarca che ha marcato profondamente la storia europea e ne è stato protagonista. Rinsaldò il primato politico e militare della Francia sul continente europeo ma al tempo stesso ne dilapidò le risorse finanziarie.
Luigi Deodato di Borbone, questo era il suo nome di battesimo, nacque nel castello di Saint-Germain-en-Laye, un sobborgo di Parigi, nel 1638. Era il primogenito della coppia reale, Luigi XIII di Francia e Anna d’Asburgo, sorella del re di Spagna. Un erede ormai insperato, vista l’età dei genitori, trentasettenni entrambi. Su questo ritardo influì sicuramente la mancanza di amore fra i due coniugi, costretti a sposarsi adolescenti per esigenze diplomatiche, come spesso accadeva all’epoca.
Come già detto in apertura, re Luigi XIII venne a mancare assai giovane, nel 1643, lasciando sul trono un bambino di cinque anni sotto la reggenza della madre e del ministro Giulio Mazzarino. Fu costui a concludere vittoriosamente la Guerra dei Trent’Anni e a sottrarre alla Spagna l’egemonia sull’Europa a favore della Francia. Proseguì poi la politica di accentramento del potere nelle mani del sovrano inaugurata dal suo predecessore, il cardinale Richelieu. Una politica che, ovviamente, non piacque per nulla all’aristocrazia francese, che organizzò una rivolta sedata solamente nel 1653. Nel 1661 venne a mancare il cardinale Mazzarino e Luigi XIV poté assumere completamente le redini del potere. Un nuovo Sole stava sorgendo sulla Francia.
Circondatosi di ottimi collaboratori, continuò la politica di accentramento statale. Subordinò le autorità locali agli intendenti di nomina regia e costruì la “prigione dorata” di Versailles, nella quale distraeva la nobiltà con balli e spettacoli. In campo economico, poi, favorì i commerci e le manifatture in ottemperanza alla politica perseguita dal ministro delle finanze, Jean-Baptiste Colbert. “L’etat c’est moi” (lo Stato sono io): queste parole, che la leggenda vuole pronunciate da lui stesso, riassumo meglio la sua politica interna. Una politica che gli valse assolutamente il soprannome di Re Sole: come la Terra ruota intorno al Sole, così lo Stato ruotava intorno a lui.
Sul piano della politica estera diede avvio ad una serie di guerre per conservare l’egemonia sul Vecchio Continente: Guerra di devoluzione (1667-68), Guerra d’Olanda (1672-1678), Guerra della Lega di Augusta (1688-97) e Guerra di successione spagnola (1701-1714). Queste gli fruttarono un’espansione dei confini settentrionali fino al Reno e il passaggio della Spagna sotto influenza francese. Suo nipote Filippo d’Angiò, infatti, fu nominato erede dal re spagnolo Carlo II, privo di eredi maschi, e riconosciuto dalla altre potenze europee dopo tredici anni di guerra e un parziale mutilazione degli immensi domini ispanici. Tuttavia, la prolungata serie di conflitti prosciugò le finanze statali, ponendo le basi per la cronica situazione di instabilità economica che avrebbe poi portato alla Rivoluzione nel 1789.
Aveva sposato Maria Teresa di Spagna, sua cugina, figlia di Filippo IV di Spagna, suo zio materno. Proprio quel matrimonio aveva consentito la salita al trono del ramo cadetto dei Borbone sul trono spagnolo. Un’unione priva di amore e che aveva dovuto tollerare le relazioni extraconiugali di Luigi XIV, da cui erano nati diversi figli illegittimi. Una prole che il re aveva anche pensato di legittimare in un momento di gravità assoluta per la famiglia, quando la dinastia borbonica era sul punto di estinguersi per la morte degli eredi più giovani.
Tuttavia, sopravvisse il piccolissimo Luigi, che dopo la morte del nonno e del padre, sarebbe asceso al trono con il nome di Luigi XV quando l’anziano bisnonno si spense quel 1° settembre del 1715. Un altro bambino di cinque anni sul trono, una nuova reggenza e nuove guerre per l’egemonia europea sarebbero spettate alla Francia. Ma questa è un’altra storia.