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A chi si ispirò Mary Shelley per creare il dr. Frankenstein? Tutti i candidati

È innegabile che Mary Shelley si debba essere ispirata a qualche personaggio realmente esistente per creare il dottor Frankenstein. Attenzione: parliamo del dottore, non del mostro di Frankenstein. Perché Frankenstein non è il nome del mostro, anzi, nel romanzo il mostro non ha alcun nome. Victor Frankenstein è il dottore dalla mente poco ortodossa che ha creato il “mostro”. Ma oggi è della fonte di ispirazione di Mary Shelley che vogliamo andare a parlare: chi erano i candidati più papabili?

Mary Shelley e l’ispirazione per il dottor Frankenstein

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Crediti foto: @Richard Rothwell , Public domain, via Wikimedia Commons

In molti si chiedono se, in origine, esistesse un vero e proprio Dr. Frankenstein. Il romanzo Frankenstein di Mary Shelley o Il moderno Prometeo, scritto fra il 1816 e il 1817, è considerato da molti il primo romanzo di fantascienza. All’epoca cercare di riportare in vita i morti era considerata un’impresa seria e degna di attenzione in alcuni circoli scientifici. Non si sa esattamente quale figura abbia ispirato la scrittrice, ma quelli che troverete di seguito sono dei buoni candidati.

Erasmus Darwin – Sì, parente, era il nonno di Charles Darwin. Amico di William Godwin, il padre di Mary Shelley, ecco che l’autrice lo cita nella prefazione del romanzo. Effettivamente Erasmus Darwin studiò il galvanismo, cioè il fenomeno della contrazione dei muscoli stimolati dall’elettricità.

L’autrice menziona un esperimento i Darwin, quello dove conservò un pezzo di alcuni “vermicelli” (in realtà erano i Vorticella, animali sessili microscopici. Solo che lei ricordava male il nome) in una teca di vetro. Salvo poi farli muovere di moto volontario “con qualche mezzo straordinario”.

frankenstein

Giovanni Aldini – Di Giovanni Aldini, il Frankenstein italiano, abbiamo già parlato in passato. Qui ricordiamo che era nipote di Luigi Galvani, colui che scoprì il galvanismo. Aldini nel 1803 aveva organizzato una dimostrazione pubblica di galvanismo usando il corpo dell’assassino George Forster, subito dopo la sua esecuzione. Applicando degli elettrodi Aldini riuscì a far fare una smorfia al viso del defunto, facendogli flettere anche gambe e braccia.

Henry Cline – Era il medico di Mary Shelley. Nel 1814 finì sui giornali per essere riuscito a rianimare un marinaio che era in coma da mesi. Chissà se l’autrice non sia stata influenzata da questa vicenda?

James Lind – Era un dottore e amico di Percy Shelley, il futuro marito di Mary. Tecnicamente a lui si deve la scoperta della cura per lo scorbuto, ma pare che si dilettasse anche di fare esperimenti con il galvanismo, riuscendo a rianimare rane morte applicando corrente elettrica ai muscoli.

Christian Gottlieb Kratzenstein – In questo caso è possibile che l’ispirazione sia arrivata sia dal nome che dal fatto che dal 1744 si mise a sperimentare gli effetti dell’elettricità sul corpo umano. In realtà il suo lavoro era di parecchio antecedente a Mary Shelley, ma comunque, documentandosi, la scrittrice potrebbe aver saputo del suo lavoro. E del suo cognome.

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Johann Conrad Dippel – Dippel nacque a Castle Frankenstein, Germania, nel 1673. Tecnicamente era un teologo, ma successivamente divenne prima alchimista e poi medico. Noto per aver creato una panacea chiamata Dippel’s Animal Oil, si vocifera che potrebbe avere avuto anche un’attività secondaria come tombarolo. Questo perché gli serviano corpi per esperimenti sulla creazione di vita artificiale. Ma non ci sono prove a sostegno di tale voci.

Paracelso – Nel romanzo, Victor Frankenstein dice di aver studiato le opere di Paracelso. Nato nel 1493 e noto all’anagrafe come Phillip von Hohenheim (fan di Fullmetal Alchemist, vi dice niente questo nome?), ecco che fu un alchimista che sosteneva di aver creato un homunculus.