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A caccia degli ultimi nazionalsocialisti

A caccia degli ultimi nazionalsocialisti

In Germania da diversi anni esiste un acceso dibattito sull’Ufficio centrale per le investigazioni sui crimini nazionalsocialisti (Zentrale Stelle der Landesjustizverwaltungen zur Aufklärung nationalsozialistischer Verbrechen, abbreviato in Zentrale Stelle o ZSt). L’agenzia con sede a Ludwigsburg, a nord di Stoccarda, si occupa dal 1958 di indagare sui crimini di guerra commessi dagli ultimi nazionalsocialisti ancora in circolazione. Si parla di uomini attempati, i più “giovani” dei quali si aggirano sulla novantina di anni. L’Ufficio centrale costa allo Stato tedesco 1,2 milioni di euro l’anno. Le voci inneggianti un suo declassamento – se non addirittura chiusura – si fanno sempre più forti, guarda caso in un momento storico e politico delicatissimo per la Germania, in cui l’ascesa dell’estremismo ultranazionalista di destra sembra inarrestabile. Quindi cosa fare?

A caccia degli ultimi nazionalsocialisti

Le prime basi per la persecuzione penale dei nazionalsocialisti coinvolti nel grande abominio desiderato, organizzato e messo in atto dal Terzo Reich furono gettate nel 1943. Le Nazioni Unite, su spinta dei paesi Alleati, diedero vita ad una Commissione d’inchiesta che avrebbe assolto al duplice compito di stilare una lista di effettivi o potenziali criminali di guerra e di aiutare i governi di tutto il mondo nel perseguirli. La Commissione operò ben prima che il Processo di Norimberga potesse divenire realtà. Un lavoro certosino, che portò all’accusa dei principali gerarchi del regime totalitario, Führer compreso, nonché all’incriminazione di oltre 10.000 nazionalsocialisti in ben 2.000 processi.

Nonostante qualche remora proveniente da diversi ambienti, anche vicini al mondo giudiziario (si riteneva troppo sommario il procedimento con cui si giungeva alla formulazione della condanna), tra il 1945 e il 1949 i tribunali della BRD (Bundesrepublik Deutschland, Repubblica Federale di Germania) emisero 4.600 condanne per crimini commessi dai nazionalsocialisti. Eppure il desiderio di dimenticare in fretta l’orrore commesso da un intero sistema-stato, congiunto all’indisposizione abbastanza diffusa nel rovinare la vita a uomini e donne comuni che fino a pochi anni prima “eseguivano solamente gli ordini”, portarono all’amnistia generale, alla liberazione e alla riabilitazione di coloro i quali erano stati condannati dalle corti post-Norimberga.

ultimi nazionalsocialisti Auschwitz-Birkenau

L’anno della svolta fu il 1958. In quel frangente storico si assistette al fatidico Processo di Ulm. Con il suddetto si condannarono dieci ex ufficiali SS rei di aver partecipato attivamente allo sterminio degli ebrei lituani dopo l’occupazione (giugno 1941). Il processo ebbe una notevole risonanza mediatica tanto per il ruolo degli imputati negli anni di guerra, quanto per la normalizzazione delle loro vite postbelliche. Alcuni di loro addirittura erano tornati a prestare servizio nel corpo di polizia federale. Il più famoso dei dieci ex ufficiali SS, Fischer-Schwederm, aveva una storia ancor più assurda. Poco prima del processo aveva chiesto di poter lavorare in un centro per l’accoglienza di rifugiati provenienti dalla Germania Est. Spero si comprenda l’amara ironia della vicenda.

A processo concluso il Süddeutsche Zeitung, rinomato giornale teutonico, scrisse un editoriale intitolato “Noch sind die Mörder unter uns” (“Gli assassini sono ancora tra noi”). Parole forti, subito intercettate dal procuratore generale del Baden-Württemberg, Erich Nellmann, il quale istituì la Zentrale Stelle. Si trattò di formare un’unità investigativa centrale per raccogliere prove e coordinare le indagini su crimini nazionalsocialisti ancora irrisolti. Il suo primo direttore fu il procuratore Erwin Schüle, che aveva già esperienza nel settore.

ultimi nazionalsocialisti interno Zentrale Stelle

L’Ufficio centrale, oggi come allora, non ha il potere di avviare da sé processi, ma di individuare sospettati in Germania e all’estero, raccoglie prove e documenti storici sugli eventi legati alle aberrazioni del regime, collaborare con istituzioni straniere – come il Centro Wiesenthal e lo Yad Vashem – e in ultima analisi, supportare storici e studiosi nella ricerca sulle responsabilità del Terzo Reich e dei suoi rappresentanti.

Chiaramente la ZSt di Ludwigsburg in quasi settant’anni di onorevole servizio ha portato a casa importantissimi risultati. All’Ufficio centrale si devono gli atti che hanno permesso l’attuabilità di diversi processi. Da quello di Francoforte del 1963-65, passando per il famoso processo Majdanek del 1975-81, alle indagini su John Demjanjuk o Oskar Gröning. Questi gli ultimi nazionalsocialisti condannati. Le ultime istruttorie sono del 2021. La Zentrale Stelle ha concentrato infatti la sua attenzione sul caso di sette ex sottoufficiali della Wehrmacht. Secondo le prove, questi sarebbero imputabili di un possibile favoreggiamento dell’omicidio di prigionieri di guerra sovietici.

ultimi nazionalsocialisti archivi dell'Ufficio centrale

Nel 2023 Thomas Will, direttore dell’agenzia tedesca, ha dichiarato che le indagini continueranno finché ci saranno ancora sospettati vivi e perseguibili legalmente. Il governo (uscente al momento in cui vi scrivo) ha concordato con l’Ufficio centrale di Ludwigsburg una rielaborazione concettuale della propria attività. Nel frattempo i pubblici funzionari della Zentrale Stelle attendono i prossimi risvolti politici, vitali o fatali che siano. Speriamo che questo articolo non invecchi nel giro di un mese o poco più.