Fra le altre cose, la storia dell’uomo è testimone anche di sanguinosissime lotte per il potere. Diversi personaggi si macchiarono di infami tradimenti e di atti riprovevoli al solo scopo di prendere il posto di chi stava governando. Alcuni giunsero addirittura a deporre ed eliminare il figlio, come Irene, Imperatrice romana d’Oriente dal 797 all’802.
Irene Sarantapechaina nacque ad Atene intorno al 752. Apparteneva ad una ricca ed importante famiglia bizantina originaria di Atene, i Sarantapechos. Suo zio, infatti, era lo stratega del thema di Atena, ossia il governatore della provincia ateniese. Lo notizia sulla sua infanzia e giovinezza sono molto scarse. A diciassette anni partì alla volta di Costantinopoli, a quanto pare chiamata dallo stesso imperatore Costantino V per partecipare alla cosiddetta “sfilata delle spose”. Essa era una tradizione bizantina che prevedeva una vera e propria sfilata di donne che avevano i titoli per divenire imperatrici consorti. Fu probabilmente in quella occasione che conobbe l’erede al trono Leone, il quale se ne innamorò e la scelse come sua sposa. Nel 764 convolarono a nozze e nel 771 nacque l’unico figlio della coppia, Costantino.
Nel 775 Costantino V morì e Leone gli succedette con il nome di Leone IV. Il suo regno fu però assai breve, dato che venne a mancare nel 780. Le male lingue sostennero ci fosse stato lo zampino di Irene. Il figlio di Leone e Irene, Costantino, salì al trono col nome di Costantino VI, sotto la reggenza della madre data la giovane età. La reggenza di Irene fu alquanto invasiva anche quando Costantino raggiunse la maggiore età, tantoché di fatto tenne sempre lei in mano le redini dello Stato.
La pressione materna inizia a soffocare Costantino, che si appoggia alla componente di esercito e aristocrazia a lui fedeli per deporre l’incomoda figura. Ma lo zoccolo duro che la madre vanta le consente di rimanere al potere. Irene quindi comprende che oramai suo figlio non è più un ragazzino docile e malleabile. Tuttavia, è anche consapevole del fatto che l’ampio sostegno di cui gode Costantino non le consente uno scontro frontale.
Irene allora inizia ad ordire una fittissima trama di alleanze e cospirazioni per mettere in cattiva luce il figlio e aprirsi le porte per il governo in solitaria. Ci riesce perfettamente. Dapprima convince Costantino dell’infedeltà di un generale, che il giovane imperatore fa giustiziare. Poi induce il figlio a ripudiare la moglie e a sposare un’altra donna, atto che lo rende inviso anche ai cristiani più ortodossi, che lo accusano di adulterio. Nel 797, infine, Irene riesce a deporre e accecare il figlio, il quale morirà poco dopo per le ferite riportate.
Irene regnerà da sola per altri 5 anni, prima di quattro donne che governeranno in solitaria l’Impero Romano d’Oriente. Anche lei finì deposta: nell’802 la detronizzò il ministro delle finanze, Niceforo I. Il nuovo imperatore decide di confinare Irene sull’isola di Lesbo, oggi in Grecia, dove morì nell’803 per cause naturali. Nonostante la sua spregevole sete di potere, Irene divenne santa nell’864 e il suo culto è ancora in vigore presso la Chiesa ortodossa.