Il nome di Pompei è sempre evocativo ed ha un carico di aspettative non da poco. Nonostante ciò, la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, così definisce il nuovo sito archeologico tra Bologna ed Imola. Proprio qui, in questi giorni, gli archeologi hanno riportato alla luce ben 3000 monete romane e 50 gemme preziose.
Tali ritrovamenti fanno sì che ci si aspetti sempre di più dagli scavi dell’area e che venga considerata la più importante del Nord Italia. Doveroso è però indicare la località precisa cui ci stiamo riferendo: Claterna, cittadina di 14.000 abitanti circa, nel comune di Ozzano dell’Emilia.
Tornando al rinvenimento, gli archeologi parlano di monete sia bronzee che di argento, perlopiù danari, conservati in condizioni ottimali. Ciò che più stupisce è però il ritrovamento di 50 gemme incise. Oltre alla bellezza e alle ottimali condizioni di conservazione, ciò che stimola di più l’attenzione degli archeologi è un’ipotesi. Si pensa che l’elevato numero di pietre preziose indichi la presenza, nella zona, di una bottega specializzata nella produzione delle stesse.
Il vero protagonista è però un quinarius, moneta antichissima. Pare risalga infatti al 97 a.C., oltre 2.000 anni fa! La moneta è incisa con una Vittoria alata intenta a scrivere su uno scudo, e reca anche la scritta ROMA, che collega la moneta stessa al destino glorioso di Roma ed alle sue vittorie militari.
Le 3.000 monete romane sono un elemento importante per la cittadina di Claterna. La cittadina non rappresentava solamente uno snodo viario o un piccolo centro di commercio. Se davvero vi si producevano gemme così preziose, si poteva benissimo trattare di un centro importante, almeno a livello economico, per l’Impero Romano.
Ancora una volta Roma si dimostra eterna e la sua storia sembra non conoscere la parola fine. Noi non abbiamo d’altronde tutta questa bramosia di vederla finire, e ritrovamenti come questo non possono che rincuorarci.