Attorno alla possibilità di tornare indietro nel tempo l’uomo ha sempre vagheggiato, immaginandosi fantasmagoriche apparecchiature in grado di riportare indietro le lancette dell’orologio. La fantasia si scontra però con le affermazioni dei fisici, che escludono con nettezza la possibilità di viaggiare nel passato. Tuttavia, alcuni sostengono invece l’esistenza fattuale di una macchina del tempo, segretamente e gelosamente custodita in Vaticano. Questa è la storia del Cronovisore.
La vicenda inizia con un articolo assai particolare pubblicato nel 1972 sulla “Domenica del Corriere”. In quell’articolo, Padre Pellegrino Ernetti, un monaco benedettino appassionato di fisica ed elettronica, raccontava di aver partecipato alla costruzione di una macchina che consentiva la visione di eventi storici. Insomma, una vera e propria televisione ma sintonizzata sul passato. Al lavoro avevano preso parte altri 12 fisici, tra cui Enrico Fermi e Werner von Braun.
Ernetti sosteneva di essere stato in grado di assistere in diretta a diversi avvenimenti storici. Tra essi si annoveravano la prima Catilinaria pronunciata da Cicerone in Senato nel 63 a.C., la messa in scena del Tieste, una tragedia del drammaturgo romano Ennio risalente al II secolo a.C. e a noi pervenuta in maniera frammentaria, e persino la passione e morte di Cristo.
Dal punto di vista scientifico, il Cronovisore poggiava su un principio fisico a detta di Eretti accettato da tutti, quello secondo cui le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggevano, ma si trasformavano. Esse quindi rimanevano onnipresenti e perciò potevano essere ricostruite come ogni tipo di energia, in quanto esse stesse sono una forma di energia. A sostegno delle sue parole, Ernetti fornì inoltre una fotografia della crocefissione di Cristo e la sua personale trascrizione del Tieste di Ennio. Tuttavia, non fornì mai la possibilità di vedere la macchina né all’opera né spenta.
Lo scetticismo pervase questa vicenda sin da subito, anche perché le prove fornite da Ernetti era alquanto fallaci. Innanzitutto, quella del volto di Gesù sulla croce si dimostrò nient’altro che la copia di una fotografia di un crocefisso esistente. La trascrizione del Tieste, invece, ad un’attenta analisi rivelò parole appartenenti ad un lessico più tardo dell’epoca in cui Ennio compose la propria opera.
Tuttavia, questo non è bastato a dissipare ogni dubbio. Alcuni sostengono infatti che il Cronovisore esista e sia nascosto nelle segrete stanze del Vaticano. Le false prove e le resistenze di Ernetti nel mostrare la propria invenzione non sarebbero altro che un tentativo di mistificare tutto quanto. All’interno dell’opera di cover-up rientrerebbero anche le forti pressioni esercitate su Ernetti da parte delle gerarchie ecclesiastiche affinché chiudesse il discorso sul Cronovisore.