Un sorprendente ritrovamento archeologico è avvenuto nel dipartimento francese della Nuova Aquitania, nel sud est del Paese transalpino. Dalle cave di Guajac, situate vicino al comune di Marmande sono emerse 25 urne funerarie risalenti all’Età del Ferro, ossia in un periodo compreso fra il VII e il V secolo a.C.
Con Età del Ferro si intende il periodo compreso tra la fine del secondo millennio a.C. e la fine del primo millennio a.C. E’ l’ultima, in ordine cronologico, delle tre età in cui si periodizza la preistoria, dopo l’età della pietra (Paleolitico e Neolitico) e quella del bronzo.
L’evoluzione nella conoscenza e nell’impego delle materie prime segna importantissimi passi in avanti nella storia umana, tali da imprimere modifiche profonde anche negli stili di vita delle diverse società. Da tali ragioni deriva la scelta di prendere pietra, bronzo e ferro come emblemi dei diversi step compiuti dall’essere umano. In particolare, il ferro permette la fabbricazione di strumenti assai più resistenti, sia sul versante militare che quello della vita quotidiana.
Tornado alla sensazionale scoperta, essa deriva dalla decisione di approfondire la ricerca circa alcuni ritrovamenti di fibule e spille, oggetti comunemente legati a siti sepolcrali. Dall’analisi di circa 100 ettari è emerso che 3,5 presentassero segni di antiche sepolture. I lavori tra l’estate e l’autunno 2023 hanno portato alla luce una necropoli della Prima Età del Ferro.
Anche questo preciso contesto seguiva la prassi funeraria della cremazione. Il defunto era arso su un rogo e le cui ceneri venivano raccolte in urne sepolte accanto ad oggetti parte della vita quotidiana.
Questa sensazionale scoperta apre la possibilità che pure in aree adiacenti possano esservi altri interessanti siti sepolcrali, ma per ora l’analisi del terreno non ha riscontrato la presenza di altri tumuli funerari. Inoltre aggiunge altri tasselli per la comprensione del complicato puzzle della vita durante l’Età del Ferro.