In questo ottobre 2023, che ha visto una tragica ripresa del conflitto fra Israele e Palestina, corre il cinquantesimo anniversario della Guerra dello Yom Kippur. Ebbe inizio, appunto, il 6 ottobre 1973 e vide contrapposti da un lato Israele e dall’altro Egitto e Siria, in sostegno del popolo palestinese.
Le cause del conflitto sono da ricercarsi nel precedente conflitto arabo-israeliano, la cosiddetta “guerra dei sei giorni” del 1967. In essa, Israele aveva raccolto importantissimi successi: aveva occupato le alture del Golan dalla Siria, la Penisola del Sinai dall’Egitto, la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, compresa Gerusalemme est. Siria ed Egitto, perciò, intendevano costringere Israele a ritirarsi dai territori occupati in precedenza. Decisero quindi di cogliere di sorpresa l’esercito israeliano, attaccando durante le celebrazioni della festa ebraica dello Yom Kippur.
Il conflitto durò meno di un mese, fino al 25 ottobre 1973, ma ebbe importanti conseguenze, soprattutto in campo economico. In sostegno ad Egitto e Siria, infatti, i Paesi arabi membri dell’OPEC (l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio) decisero l’innalzamento del prezzi del greggio, oltre ad una diminuzione delle esportazioni. Questa mossa aveva l’obiettivo di indebolire l’appoggio pressoché incondizionato del mondo occidentale americanocentrico ad Israele. Si trattava del cosiddetto “primo shock petrolifero“.
Tale atto ebbe fortissime ripercussioni sull’economia dell’Occidente, determinando un’impennata dei prezzi, l’ingolfamento del motore economico e una decisa contrazione dei consumi energetici. In Italia la prima crisi petrolifera è infatti connessa alle “domeniche a piedi“, lo stop della circolazione dei veicoli per ottimizzare il consumo di petrolio. Ma oltre all’ingente danno economico, questa decisione costituì un fortissimo schiaffo morale per l’intero mondo occidentale. Un Occidente a cui appunto toccava fare i conti con nazioni che non facevano parte del suo spocchioso ed esclusivo club.
Anche dopo il cessate il fuoco imposto il 25 ottobre 1973, i rapporti fra Israele e le altre nazioni arabe rimasero assai tesi. Gli Accordi di Camp David del 1978 fra Egitto ed Israele, che prevedevano il riconoscimento di Israele da parte dell’Egitto in cambio del ritiro israeliano dal Sinai, sembravano aprire qualche spiraglio. Tuttavia, quella decisione assai biasimata da parte araba assunta dal presidente egiziano al-Sadat, anche perché quell’accordo non prevedeva a chiare lettere un’evacuazione israeliana di Gaza e Cisgiordania, sarebbe costato la vita allo stesso Sadat.