Una delle sculture che più ha stimolato la fantasia umana a causa della sua antichità e imponenza. Simbolo di una civiltà lontana e perduta, è una delle statue più colossali del mondo antico: La sfinge di Giza. Gli storici discutono animatamente su una possibile datazione. Alcuni studiosi sostengono che il suo volto possa assomigliare a quello del faraone Chefren, figlio di Cheope (ca. 2575-2465 a.C.). Questa tesi è avvalorata anche dal fatto che dietro alla statua troviamo la piramide dedicata proprio a Cheope. La sua lunghezza è di 72 metri, l’altezza di 20 ed è molto probabile che inizialmente fosse dipinta con colori vivaci.
La maggior parte delle antiche civiltà orientali vedeva nel leone uno dei simboli della divinità solare. Fin dall’antichità era consuetudine raffigurare il faraone con gli attributi del leone. Nelle sue vesti più aggressive di sterminatore di nemici. Alla luce di questi fatti, è lecito pensare alla Sfinge come ad un guardiano del riposo eterno dei faraoni sepolti intorno ad essa. Le leggende su questa statua megalitica sono davvero numerose. Una di queste voleva che sotto la sfinge ci fosse una stanza segreta. Precisamente definita dagli antichi ”il tempio di Thoth“, dove sarebbe conservato il segreto della conoscenza.
Anche i Romani e gli Arabi credevano che ci fossero spazi segreti sotto la statua e senza dubbio hanno cercato di trovarli. Durante uno scavo negli anni ’80 è stato scoperto un tunnel nell’area settentrionale, ma è finito in una cavità vuota. Al momento, dunque, non c’è alcuna prova che questa stanza meravigliosa possa essere più che una semplice leggenda.
Molte sono anche le storie che si raccontano sulla sua datazione, infatti, alcuni sostengono che la sua costruzione debba essere fatta risalire addirittura al 10.000 a.C. Ma ciò non è possibile e questo dato non è accolto dalla comunità degli studiosi. Gli studi suggeriscono che l’interpretazione più corretta è quella di collocare la Sfinge intorno all’epoca della IV dinastia (2630-2500 a.C.).