Quando si nomina la parola “antisemitismo” si pensa immediatamente alla campagna di odio nazionalsocialista preambolo del genocidio nei lager. Nell’immediato, quindi, lo si concepisce come un fenomeno prettamente contemporaneo. In realtà, esso ha radici lontane, che partono dall’astio fra cristiani ed ebrei sulla natura di Cristo e giunge fino ai giorni nostri. Anche nel corso del Medioevo si assisté a diversi episodi di intolleranza e di violenza nei confronti degli ebrei, utilizzati spesso come capro espiatorio.
Ad esempio, la Peste Nera del Trecento vide l’Europa pullulare di pogrom e rastrellamenti nei confronti degli ebrei, accusati di avvelenare i pozzi. Questa ingiuria non era assolutamente nuova e ritornò in tutta la sua veemenza in un momento di gravissima crisi come quello. Alcuni uomini del tempo, privi di una spiegazione razionale al fenomeno e senza un colpevole contro cui scagliarsi, preferirono sfogare la propria frustrazione su persone innocenti. Lungo tutto il Vecchio Continente, privati e amministrazioni cittadine organizzarono rastrellamenti sommari e roghi in cui persero la vita migliaia di persone.
Il fenomeno divenne così capillare da costringere l’allora Papa Clemente VI ad emanare due bolle in cui vietava esecuzioni sommarie prima della sentenza di un giudice ed evidenziava come anche gli ebrei morissero di peste esattamente come i cristiani, smentendo quindi un’accusa così infamante. L’appello del pontefice non riuscì comunque a frenare l’ondata di odio verso i giudei
Un altro episodio tristemente noto di folle antisemitismo nel periodo medievale sono i pogrom durante la cosiddetta “Crociata dei pezzenti“. Il contesto è, appunto, quello delle crociate. Nel 1095 Papa Urbano II aveva proclamato la necessità di una spedizione armata per riconquistare la Terrasanta, che dal VII secolo era sotto dominio musulmano. Tuttavia, all’appello del pontefice riposero subito due personaggi alquanto singolari, Pietro l’Eremita e Gualtieri senza averi. Costoro raccolsero un’armata composita formata da personalità non appartenenti all’alta nobiltà europea (e perciò soprannominata “dei pezzenti”, ossia dei contadini).
Questo esercito prima di dirigersi verso la Palestina, attraversò la Vallata del Reno, che da diversi secoli ospitava un alto numero di comunità giudaiche, le cosiddette comunità “ashkenazite” (dal termine ebraico che indicava la Germania). Qui, mossi da un antisemitismo ferocissimo, si lasciarono ad ogni sorta di violenza più spregiudicata e sanguinaria nei confronti degli ebrei. La “Crociata dei pezzenti” non ebbe tuttavia successo, in quanto i crociati furono massacrati non appena varcarono i Dardanelli, a differenza di quanto sarebbe avvenuto con la prima crociata ufficiale, quelli dei nobili, che conquistarono Gerusalemme.