Nota per la sua centralità portuale, per i Beatles, per alcuni dei teatri più rinomati d’Inghilterra e per l’affermato club calcistico, Liverpool è da tempo anche una tappa immancabile per gli amanti della storia ma soprattutto per gli appassionati del mistero. Il tutto si collega irrimediabilmente al sottosuolo cittadino, caratterizzato da una serie infinita e sterminata di condotti costruiti tra il 1810 e il 1840. Vi presentiamo gli inspiegabili Tunnel di Williamson.
Joseph Williamson fu un ricchissimo uomo d’affari inglese che fece fortuna grazie al commercio e alla lavorazione del Tabacco. Grazie al suo corposo patrimonio, l’uomo originario di Barnsley, nel South Yorkshire, investì nel settore immobiliare di Liverpool. Egli acquistò diversi ettari di terreno, sui quali fece edificare delle abitazioni dal gusto “eccentrico”. Il suo animo da filantropo lo spinse ad ingaggiare per questi lavori quasi esclusivamente cittadini sulla soglia della povertà, pagando bene anche per lavori semplici (o in alcuni casi inutili, come spostare le macerie da un punto A ad un punto B senza che ve ne fosse la necessità).
Parallelamente alla costruzione di queste case nel quartiere semi-desolato di Edge Hill, dal 1810 Williamson ordinò la costruzione di svariati tunnel sotterranei. I lavori procedettero fino allo sconfinamento dei limiti imposti dal contratto di locazione. Joseph Williamson, proprietario di quei terreni, non disse mai una parola sul reale motivo alla base di quei condotti. Ad oggi non esiste documentazione nota che possa dare una spiegazione agli scavi, quest’ultimi andati avanti fino al 1840, anno della morte dell’ideatore. I tunnel ad arco, costruiti con mattoni, iniziarono fin da subito a creare problemi all’amministrazione cittadina.
Già nel 1867 si aprì un’inchiesta sulla reale entità di questi lavori. I tunnel, abbandonati a loro stessi, iniziarono a raccogliere rifiuti, macerie e scarichi. Alcuni di essi finirono per tapparsi e precludere il passaggio a sezioni terze. A ciò aggiungiamoci il coinvolgimento della Corporation of Liverpool, la quale continuò a riversare nei Tunnel di Williamson detriti derivanti dalla demolizione degli edifici circostanti, ciò durante tutto il XIX secolo. La questione è rimasta pressoché ignorata fino al 1980, ovvero fino a quando delle società edili vollero vederci chiaro. Da allora, a Liverpool si è scatenata una sorta di “corsa allo scavo”.
Col trascorrere degli anni si stanno liberando sempre più tunnel dalle macerie. Questi si ricollegano tra di loro, fornendo spunti per la formulazione di varie ipotesi sulla loro stessa origine, ancora ignota. Il ritrovamento di manufatti come stoviglie, armi, vestiti, non ha fatto altro che alimentare teorie già in essere. La loro piena estensione ad oggi rimase sconosciuta.
L’ipotesi più accreditata indica la vena filantropica di Williamson come unica soluzione all’enigma: dando un lavoro (non necessario) ai più poveri avrebbe garantito loro un sostentamento e un’attività formativa, nonché alla città una potenziale attrazione turistica, o comunque uno spazio da poter sfruttare con creatività. Altri ci vedono motivazioni religiose – Williamson facente parte di una setta la quale impone la costruzione dei tunnel per fini salvifici (?). Forse un giorno la verità apparirà come una flebile luce in fondo al tunnel, sì, di Williamson… Scusate.