Le grandi steppe euroasiatiche furono culla di molte civiltà e ospitarono anche il più grande impero del mondo, quello mongolo. Oggi parleremo però di un’epoca molto più remota, circa 19 secoli a.C. Di recente infatti gli archeologi della Eurasian National University in Kazakistan hanno ritrovato una peculiare piramide proprio in tali zone.
Dimenticate le spettacolari piramidi egizie e le loro dimensioni gargantuesche. Stiamo parlando qui di un’opera che arrivava ai 3 metri di altezza e con un piccolo perimetro. Ha molto altro però da presentare al pubblico e da restituire alla storia. A partire dalla sua particolare struttura interna.
Dentro la piramide infatti si trova uno splendido labirinto. Questo, una volta percorso, sfocia nella tomba che si trova al centro della struttura. La sepoltura, senza dubbio, apparteneva ad un membro della classe più alta della società dell’epoca. Ciò è confermato anche dai numerosi ritrovamenti avvenuti all’interno della stessa.
Oltre a varie ceramiche, gioielli ed orecchini femminili, di grandissimo rilievo sono i petroglifi trovati sulle pareti interne. Di cosa si tratta? I petroglifi sono delle pitture fatte appunto sulla roccia, come facilmente intuibile. In questo caso rappresentavano dei cavalli, animali venerati particolarmente nella zona. Non sono però gli unici animali che trovarono posto sulle pareti della tomba. Anche dei cammelli fanno compagnia ai nostri amici equini.
Si tratta dunque di un popolo delle steppe dedito ad un’economia prettamente pastorale, produttore di gioielli e lavoratore di metalli. Il cavallo inoltre è sempre stato una costante nella storia delle steppe euroasiatiche. Nelle immense vallate spostarsi con il supporto di questo animale fu vitale lungo tutte le varie epoche storiche.
Se avete già visitato le grandi piramidi vicino a Il Cairo potete provare a fare un salto in Kazakistan (è di strada…). Per esperienza storica vi consigliamo però un bel cavallo, rispettereste anche le tradizioni del luogo!