Fra le molte organizzazioni segrete ed iniziatiche, il Ku Klux Klan è sicuramente fra le più razziste e discriminatorie ricordate. Nato sul finire dell’800 negli USA, ebbe vita per diversi decenni e compì diversi atti deprecabili. Ma la storia di oggi è una storia di rivincita, personale e di un popolo intero. Vi raccontiamo di Ron Stallworth, l’unico nero infiltrato nel KKK.
Nato a Chicago nel 1953 e trasferitosi con la famiglia a El Paso, Texas, Ron dimostrò subito una grande vocazione verso le forze dell’ordine, strada seguita già dal padre. Paradossale come, trasferitosi da Chicago perché i genitori volevano evitargli discriminazioni e violenze, decise poi di fare della lotta alle ingiustizie la sua personale battaglia.
Divenne infatti il primo poliziotto nero del distretto del Colorado Spring e della contea di El Paso. Proprio qui sentì parlare di forze speciali infiltrate in operazioni di spionaggio. Decise che quello avrebbe fatto, e quello fece. Mandò una lettera al KKK locale per aderirvi – facendo l’unico errore di firmarsi col suo vero nome – e Ken O’dell, organizzatore locale dell’associazione, lo contattò subito dopo.
Appena si rese conto del suo errore, chiese aiuto ad un collega bianco, che nella sua autobiografia chiama Chuck, ma di cui non si conosce l’identità. Da quel momento Chuck sarebbe stato il suo alter ego bianco. Era infatti lui a incontrare di persona Ken e a partecipare alla riunioni.
In un’occasione Ron si trovò anche a fare da guardia del corpo a David Duke, Gran Maestro e Direttore Nazionale dei “White Knights of the Ku Klux Klan”, I Cavalieri Bianchi del Ku Klux Klan. Duke venne deriso da Ron, in ben due occasioni. La prima volta per telefono, quando Ron chiese ironicamente se non temeva che qualche nero lo chiamasse fingendosi un bianco e Ken disse che ormai conosceva i metodi per scovare i neri dalla pronuncia di alcune parole. Ironia della sorte, disse a Ron che lui le pronunciava benissimo. La seconda volta fu in occasione del convegno in cui lo scortò. Alla fine gli chiese una foto e quando Ron lo abbracciò, Ken lo aggredì verbalmente. Ken lo costrinse a non opporre resistenza, era un pubblico ufficiale dopo tutto.
Ken si fece così una foto abbracciato ad un nero. Davanti a tutti i Klansman. Che umiliazione! Purtroppo queste furono due delle piccole vendette che Ron e la comunità afroamericana ebbero sul KKK. L’appoggio politico di cui godeva l’organizzazione fece cadere le indagini di Ron – durate oltre 7 mesi – e non vi furono grandi processi. Grazie al lavoro del nostro protagonista però molti membri del KKK vennero espulsi dall’esercito o dalle forze dell’ordine. Una bella storia che ha un piccolo lieto fine.