C’è una leggenda che si aggira attorno a Casa Lercaro, divenuta una delle due sedi del Museo di storia e antropologia di Tenerife nel dicembre del 1993. Questa, infatti, oltre ad essere famosa per i suoi scopi di ricerca, conservazione ed esposizione, è considerata una delle più famose case infestate della Spagna. Si narra che la Casa sia abitata dal fantasma di Catalina Lercaro.
Di origine genovese, navigatori e ricchi mercanti, i Lercaro a partire dal XIII secolo ricoprirono cariche importanti sia nella Repubblica di Genova ma anche in ambito politico ed economico in Italia e all’estero. Nel XVI secolo, a seguito delle conquiste da parte del Regno di Castiglia delle Isole Canarie, parte della famiglia di trasferì sull’isola di Tenerife. Negli anni successivi iniziarono la costruzione del palazzo, terminata nel 1593. La particolarità di questa costruzione è la presenza di una scala in pietra interna, la quale conduce ad un grande patio dove ancora oggi si trova un profondo pozzo: è proprio qui che si consumò la tragedia di Catalina Lercaro.
Catalina era l’unica figlia nata dal matrimonio tra il mercante Antonio Lercaro e Catalina Justiniani, da cui la figlia prese il nome. Nonostante la sua giovane età, rientrava in quella che per l’epoca era considerata l’età del matrimonio. Così, ben presto, i genitori si misero all’opera per cercare quello che sarebbe stato il suo futuro marito, senza tenere in considerazione i sentimenti e le volontà della figlia. La scelta ricadde sul Capitano dell’Isola di Tenerife, uomo ricco e facoltoso. Il loro matrimonio avrebbe portato vantaggi ad entrambe le parti e la cerimonio sarebbe stata delle più sfarzose.
La madre della sposa insieme alle domestiche si misero all’opera per preparare il corredo, l’abito, la festa, i doni, i gioielli e i fiori. Tutti erano estasiati all’idea del matrimonio, eccetto Catalina. A differenza di tutte le altre ragazze che prima o poi si sottomettevano alla volontà dei genitori, Catalina non si rassegnava all’idea del matrimonio combinato. Il Capitano era si un uomo ricco, ma era molto più anziano di lei. Inoltre, il disprezzo di Catalina nei confronti del futuro marito, fu aggravato ancora di più dalla scoperta che egli era un commerciante di schiavi.
Catalina provò così a ribellarsi più e più volte al matrimonio, ma i genitori non le diedero ascolto, ritenendo che quelli fossero semplicemente ‘capricci‘. Così si chiuse nella sua stanza a piangere in solitudine. Alla vigilia delle nozze, la madre e le domestiche la convinsero ad uscire dalla camera e provare per l’ultima volta l’abito da sposa. Vedendosi riflessa allo specchio, Catalina scoppiò in un pianto ininterrotto e si richiuse nella sua stanza cadendo in un sonno profondo. Si risvegliò nel cuore della notte e decise di fuggire. Si recò verso la porta d’ingresso e scoprì che questa era chiusa, e che le chiavi erano state probabilmente nascoste dai genitori. L’unica alternativa a quel punto era quella di gettarsi nel pozzo e di farla finita, e così fece. Nessuno si accorse di quanto successo e il corpo venne ritrovato la mattina dopo da una domestica.
Dopo pochi giorni dalla morte di Catalina, i genitori e i domestici iniziarono ad essere svegliati nel cuore della notte da rumori di passi di qualcuno che correva, singhiozzi, pianti, rumore di flutti d’acqua. Per questo motivo la famiglia, sentendosi tormentata da questo ‘fantasma’ decise di trasferirsi in un’altra zona dell’Isola.
Ancora oggi fenomeni strani ed inspiegabili continuano ad accadere nel Museo dopo la sua apertura nel 1993. Gli ospiti raccontano di porte che si aprono e si chiudono in assenza di aria, di rumori di oggetti che cadono, brividi di freddo. I guardiani notturni raccontano di aver visto una figura vestita con un abito da sposa nell’ex cucina di Casa Lercaro. La leggenda narra che questi fenomeni siano da attribuire allo spettro di Catalina, rimasto intrappolato nella casa nel tentativo di fuggire via.