Ritenere la grande articolazione e varietà nel vestiario e nelle calzature un vantaggio solo odierno è totalmente sbagliato. Gli antichi romani, già migliaia di anni fa, disponevano di diversi tipi di abiti e soprattutto di calzature, e sì, anche di una loro moda e di rigide regole nel vestiario.
Una caratteristica molto importante, nonché diffusa, era quella di distinguere il ceto sociale delle persone in base alle calzature che portavano. Certo che all’epoca erano però molto più rigidi di oggi. Ad esempio vi erano i calcei, ovvero le calzature a stivaletto dei nobili e dei politici romani. Erano colorati di rosso, verde, giallo o bianco per le donne, neri per i senatori ed in generale di colori meno accesi per gli uomini. I principali politici della Roma dell’epoca vestivano calzature rosse, seguendo l’esempio femminile.
Vi erano poi le caligae, le celebri calzature a sandalo dei soldati che diedero il nome al famoso imperatore Caligola. Queste erano pensate per essere comode e confortevoli per le lunghe marce dei soldati e, soprattutto, per non arrecare danni ai piedi.
Infine vi erano le calzature del popolo, quelle più umili e diffuse. Stiamo parlando dei perones, costituiti da una semplice suola piatta, una tomaia di cuoio e dei lacci avvolti intorno alla caviglia che assicuravano la calzatura ai piedi. Insomma, ce ne era davvero per tutti i gusti già dall’epoca dei romani.
Un’altra usanza, che potrebbe sembrare moderna o addirittura orientale ma che in realtà è più nostra che mai, era quella di non concedere a nessuno di entrare in casa con calzature che avessero calpestato il suolo esterno. Ogni ospite in un’abitazione romana riceveva all’ingresso dei sandali, o socci, le calzature usate fra le mura domestiche.
Insomma, non ci si faceva mancare proprio nulla. Già da allora le scarpe distinguevano le persone e, come oggi, erano un marchio di fabbrica importante per la nostra Penisola. Abbiamo ereditato davvero tanto da questi romani eh!