Era la primavera del 1980 e una casalinga californiana stava facendo pulizia nel garage di casa, quest’ultima situata nella città di Lemon Grove. Un grande scatolone attirò l’attenzione della donna che, incuriosita, non aspettò per aprirlo. Al suo interno trovò una busta, a sua volta contenente uno stranissimo aggroviglio polveroso di colore rossastro. Aperta la busta di plastica, la donna non poté credere ai suoi occhi: si trattava di due corpi umani evidentemente mummificati. Così ebbe inizio la storia delle Mummie di Lemon Grove.
14 anni prima del ritrovamento, due ragazzi amanti dell’archeologia e con la passione per l’Antico Egitto, decisero di mettersi alla ricerca di mummie. I due vennero a conoscenza di una pratica di mummificazione tipica di una tribù nativa (forse una nicchia degli Apache Navajo) che per millenni visse nel vicino Deserto di Chihuahua. Il deserto comprendeva porzione del territorio americano come parte del Messico. Così i ragazzi attraversarono (illegalmente) il confine e si recarono presso alcune grotte di cui avevano sentito parlare. All’interno di quelle cavità scoprirono i due corpi mummificati.
Chiuse in un sacco, le mummie fecero il percorso inverso Messico-USA insieme ai due aspiranti cacciatori di tesori. La coppia però sapeva di non poter dire nulla, altrimenti avrebbero confessato il crimine, perciò chiese ad una ragazza di poter nascondere le mummie nel garage dei genitori, ottenendo un sì come risposta. Nel 1869 i ragazzi partirono per il Vietnam e i corpi rimasero lì, fino al già citato 1980. Le autorità intervennero e posero sotto analisi le mummie, con l’ovvio ausilio di esperti archeologi.
Gli esami al radiocarbonio datarono le mummie in un’epoca compresa tra l’XI e il XII secolo d.C. Altresì rivelarono come si trattasse del corpo di una giovane madre, all’incirca 16enne al momento della dipartita, e della sua neonata di circa un anno. La teoria principale, condivisa ancora oggi, vede madre e figlia spegnersi nel sonno, riparate all’interno della grotta. A suggerirlo sarebbe la posizione raggomitolata della madre a protezione della bambina.
A garantire il processo di mummificazione naturale sarebbe stato il perfetto microclima della caverna, secco, privo di umidità. Una condizione che avrebbe disidratato i corpi nell’immediato, preservando i tessuti. Il Museum of Man di San Diego (oggi Museum of Us) accolse le mummie prima per ulteriori analisi, poi per una mostra temporanea e successivamente per la mostra permanente.
Ci sono state delle dispute legali tra Messico e USA per la custodia delle Mummie di Lemon Grove, con i primi che alla fine hanno concesso ai secondi la tutela dei corpi. Per quanto riguarda i due ragazzi, già uomini al tempo della scoperta, essi hanno accettato di donare i corpi al museo di San Diego in cambio della “grazia” per il reato commesso. Le Mummie di Lemon Grove oggi non sono più oggetto di esposizione ma di conservazione presso gli archivi statali del museo.