La povera Sarah Hare morì nel 1744 all’età di 55 anni per un banale incidente domestico. Infatti, la donna “era solita cucire la domenica” e morì proprio di domenica, dopo essersi punta il dito con il suo ago. Pare che la causa sarebbe da imputare ad una setticemia, interpretata dalla popolazione come una punizione divina, per aver lavorato durante il giorno sacro al Signore. Non abbiamo molte informazioni riguardo la vita di Sarah; sappiamo solo che non era una donna avvenente e che la sua esistenza è stata molto ordinaria. Ciò che ha reso la sua storia nota, riguarda l’esistenza di una sua statua in cera a grandezza naturale, conservata nella chiesa della Trinità di Stow Bardolph.
Un elemento particolarmente curioso, però, riguarda il suo testamento. La donna chiese quanto segue: ”Desidero che sei dei poveri della parrocchia di Stow o di Wimbotsham mi mettano a terra. Avranno cinque scellini a testa per questo. Desidero che tutti i poveri della fila delle elemosine possano avere due scellini e sei pence a testa prima che io venga seppellita. Spero che il mio esecutore testamentario realizzi una statua della mia faccia e le mie mani in cera. Coperta con un abito di raso cremi. Il tutto collocato in una cassa di mogano con un vetro davanti. Fissata il più vicino possibile al luogo in cui sarà il mio corpo, con il mio nome e l’ora della morte incisi sulla cassa. Se non realizzerò la mia statua in vita desidero che qualcuno la realizzi dopo la mia morte”.
I suoi cari realizzarono tutti i suoi desideri, non sappiamo se in vita o subito dopo da morte. Tutto si svolse secondo le sue indicazioni e la sua statua di cera è ancora vicino alla sua tomba. Secondo quanto raccontano i visitatori, sarebbe proprio questa statua l’attrazione più interessante del luogo, ma anche la più inquietante.
La verosimiglianza è assoluta, il calco riesce a riprodurre anche le più piccole rughe di espressione. L’alone spettrale che circonda questi luoghi li ha resi noti in tutto il mondo.