Tini – o Thinis, stando alla forma originale greco-latina – fu la prima capitale di un antico Egitto ancora agli albori del proprio splendore. Della fiorente città sappiamo molte cose: il nome egizio, ovvero Tjeni; l’inizio cronologico della sua centralità in qualità di importante tappa commerciale per le rotte carovaniere; resoconti letterari che la nominano costantemente, descrivendola in alcuni casi con dovizia di particolari. Ma (c’è sempre un “ma”), nonostante questa mole considerevole di informazioni, nessuno è mai riuscito nell’impresa di ritrovare i suoi resti, i quali giacciono tutt’ora nascosti dal velo del mistero.
A riprova dell’importanza commerciale, strategica e culturale di Tini ci sono numerosi documenti storici che ne raccontano l’ascesa. Durante il periodo protodinastico (3150-2700 a.C.) le prime dinastie al comando di un Egitto finalmente unito sono conosciute anche come “Dinastie Tinite“. Il perché è scontato; i regnanti dell’Alto e del Basso Egitto provenivano da Tini, in quanto capitale di quel nuovo regno unificato.
Con la fondazione della città di Menfi (inizio del II millennio a.C.), durante la III dinastia, la capitale traslocò da Tini al nuovo centro. Fu quello il momento in cui la città di Tini iniziò la sua fase di declino, dalla quale non si sarebbe più ripresa. Sì, restò comunque capoluogo distrettuale dell’Antico Regno, mantenendo lo status di “seconda città”, ma i fasti di un tempo divennero ben presto un lontano ricordo.
Lo abbiamo anticipato nell’introduzione, ma è giusto spendere qualche parola in più sull’importanza economica della prima capitale d’Egitto. Dopo aver perso la primarietà amministrativa, i governanti continuarono comunque a tassare pesantemente la città, proprio perché prospera, anzi, la più prospera dell’intera regione. Iscrizioni contabili risalenti al regno di Thutmose III (1481-1425 a.C.), della XVIII dinastia, riportano una tassazione “doppia” della città di Tini rispetto alle concentrazioni urbane limitrofe (vedasi Abydos).
E se dopo un millennio e mezzo dalla sua fondazione Tini mantenne un certo fervore commerciale, lo stesso si può dire dell’aspetto religioso. Puntualmente citata in alcuni libri egizi, come ad esempio il Libro dei Morti, la città di Tini assunse col tempo una rilevanza religiosa non indifferente (dovuta al suo presunto collegamento con l’aldilà).
La conosciamo fin troppo bene per essere una città che non abbiamo mai visto. Un paradosso più unico che raro, sul quale gli archeologi di tutto il mondo stanno lavorando. Le ricerche sono in corso, con alcune ipotesi sull’attuale locazione più valide di altre. Ad esempio si pensa che i resti della prima capitale dell’Alto Egitto, e poi del regno unificato, si trovino non lontano dalla città di Girga. Questa è situata nel governatorato del Sohag. Un mistero che aspetta solo di essere svelato, in una terra così meravigliosa come quella bagnata dalle acque del Nilo.