La vita in città è sempre frenetica, oggi come un tempo. Nel XIX secolo si iniziarono a cercare però i primi rimedi ad una mobilità rallentata e nacquero i primi Taxi. Lo fecero nel più naturale dei modi: da una necessità nacque una soluzione. Chiaramente non si trattava ancora di autovetture ma di carri con due o più cavalli, spesso di marca Brougham, da cui il termine italiano brumista per indicare gli autisti di Taxi.
Negli anni ’30 avvenne però la svolta. Si iniziavano a vedere le prime auto a motore circolare per le grandi città. La mobilità pareva accelerare. Chiaramente c’erano ancora i brumisti per chi li necessitava. Il punto di rottura con la tradizione e di spinta verso l’innovazione fu negli anni ’60, quando lo stato vietò l’utilizzo di carrozze e si iniziò ad utilizzare le auto anche per il servizio Taxi.
In Italia, nello specifico, il primo modello di Taxi prodotto fu il Fiat Fiacre, realizzato nel 1908 in 1.600 esemplari esclusivamente adibiti alla funzione di trasporto pubblico. Il modello della casa automobilistica torinese era così efficiente da essere in breve tempo richiesto in numerosi esemplari anche dall’estero.
Le innovazioni continuavano ad aumentare man mano che il tempo scorreva. Negli anni ’40, nei parcheggi dei Taxi, si vedevano i primi telefoni da cui contattare il servizio di trasporto. Inoltre c’era ora un impianto radio nelle vetture stesse che consentiva ai vari autisti di comunicare fra di loro e coordinarsi al meglio.
Ma arriviamo ora alla parola in sé. Se abbiamo già spiegato da cosa deriva il peculiare termine brumista, vediamo adesso le 3 ipotesi principali circa la parola Taxi. La prima deriva dalla parola inglese “tax” ovvero “costo”, chiaramente riferito alla corsa e al tassametro. Anche la seconda ipotesi riguarda una parola straniera, in particolare greca in questo caso. Ci riferiamo a “tachus“, ovvero la velocità. Chiaro riferimento al bisogno di spostarsi velocemente di chi usufruisce del servizio in questione.
L’ultima, e forse più azzardata ipotesi, riguarda la famiglia dei Thurn und Taxis, ovvero la famiglia italiana Tassi, la quale detenne a lungo il monopolio del sistema postale tedesco ed in diverse altre parti d’Europa dal XVI secolo. Non si ha una risposta precisa, ma almeno la prossima volta che urlerete “Taxi!” saprete qualcosa di più sulla sua storia.