Sicuramente uno dei siti culturali più affascinanti in Iran è il complesso funerario di Naqsh-e Rostam, letteralmente “Trono di Rostam”. Costruito sotto l’Impero Achemenide (550-331 a.C.) per accogliere al suo interno i più grandi sovrani che la Persia abbia mai conosciuto. Le colossali tombe di Naqsh-e Rostam ricordano a tutti noi la grandezza di un impero che, qualche millennio fa, governava una buona porzione del mondo allora conosciuto.
Situato 5 km a nord-ovest di Persepoli (capitale cerimoniale e amministrativa achemenide), Naqsh-e Rostam è un sito storico e archeologico di immenso interesse. Le tombe reali sono letteralmente “incise” sulla parete rocciosa considerata sacra fin dal tempo degli antichi elamiti. Di fondamentale importanza culturale sono anche i rilievi riccamente decorati durante il successivo periodo Sasanide (224-651 d.C.).
Il rilievo scolpito più datato che si può trovare nel sito di Naqsh-e Rostam è quello raffigurante un uomo (forse elamita) vestito con strani abiti lunghi e con un cappello che protende verso la sua fronte. Questo rilievo risalirebbe al 1000 a.C. Eppure, la maggior parte delle operazioni di carattere scultorio vedono come protagonisti i Sasanidi, i quali salirono al potere diversi secoli dopo gli Achemenidi. Perché?
La risposta è intuitiva: semplice buon vecchia legittimazione. Ricollegarsi ai fasti persiani dei tempi andati era un’ottima mossa politica e propagandistica, questo Ardashir I lo sapeva benissimo. I rilievi di origine sasanide quindi sono preponderanti in numero e in fattezze. Essi aggiungono un tocco artistico tradizionale a delle cavità tombali all’interno delle quali riposano… O meglio, dovrebbero riposare i più grandi sovrani dell’antica Persia.
Il condizionale è d’obbligo perché sappiamo come i principali sarcofagi, come quello di Dario I e i suoi successori, nelle vesti di Serse I, Artaserse I e Dario II, hanno conosciuto il saccheggio degli uomini di Alessandro Magno, che si impadronirono della Persia nel 330 a.C. Dopo la caduta degli Achemenidi, a Naqsh-e Rostam non si costruirono più altre tombe.
Il complesso funerario oggi cerca di ottenere lo status di Patrimonio Mondiale UNESCU, con iniziative culturali rivolte a tale scopo. L’obiettivo è quello di raggiungere lo stesso riconoscimento della vicina Persepoli e della più gettonata zona archeologica di Naqsh-e Rajab. Vedremo se ci riuscirà…