Quante volte capita di criticare qualcuno o qualcosa e poi prenderlo come esempio? Ecco, questa situazione è emblematica del caso di William Tyndale, arso sul rogo in Inghilterra per aver tradotto la bibbia in Inglese. Molti termini e molti approcci odierni però derivano proprio dall’uomo criticato e ucciso per le sue idee. Non ci accontentiamo mai di nulla!
Tyndale nasce tra il 1490 ed il 1494, nella contea di Gloucestershire, sud-ovest britannico. Da subito dimostra abilità e intelligenza sopraffine. Si iscrive dunque all’università di Oxford e nel 1515 diviene Maestro d’Arti. Proprio qui entra in contatto con la religione: nel 1512 è suddiacono e successivamente studia teologia e la Sacra Bibbia. Inoltre sembra un vero e proprio portento, parla ben 7 lingue e apprende con facilità impressionante. Ironico pensare che proprio a causa delle lingue perderà la vita.
Sin da subito infatti, Tyndale non sopporta l’autorità della Chiesa. Ha in mente qualcosa di straordinario ma anche di pericoloso: vuole tradurre il libro sacro dei cristiani in volgare inglese. Il suo ideale è nobile, cerca di rendere disponibile la Bibbia per più persone possibili e di fornire una versione comprensibile. Si crea però un grande problema, come successe pochi anni prima con Lutero e con i protestanti. Il problema dell’interpretazione delle sacre scritture.
Il monopolio ecclesiastico dell’interpretazione era un caposaldo e una prerogativa indispensabile per la chiesa. Se le sacre scritture erano in latino, latino che era la lingua del clero e dei dotti, queste restavano appannaggio di pochi elementi. Ciò voleva dire che il volgo apprendeva necessariamente per tramite degli uomini di chiesa, non in autonomia. Rompere questo monopolio era sì utopistico, ma un’utopia possibile agli occhi di Tyndale.
Esso stesso uomo del clero, perché sacerdote, entra subito in contrasto con le autorità e riceve diversi richiami e ammonizioni. Decide così di fuggire, prima a Londra, dove non trova appoggi, e successivamente in Germania. Proprio qui stampa i primi volumi della sua Bibbia. Con una grossa novità, ovvero la traduzione dal Greco e non dal latino. Non passa molto tempo e la Bibbia Tyndale arriva in Inghilterra. Allo stesso modo parte la caccia all’uomo. Poco tempo dopo il nostro William è al fresco. Ma è troppo tardi, ormai la sua traduzione ha influenzato l’approccio inglese e molti termini biblici odierni.
Strangolato dal boia e arso, prima di morire pronuncia una celebre frase: “Signore! Apri gli occhi al re d’Inghilterra”. L’unico uomo a tentare la sua difesa sarà un altro rivoluzionario come lui, Oliver Cromwell, all’epoca conte di Essex e consigliere di Enrico VIII. Ma la storia non è sempre giusta e questo è un altro racconto di un uomo che vive e muore per i propri ideali.