Uno degli eventi più controversi ed enigmatici avvenuti nel XVI secolo fu la morte e la presunta resurrezione del re Sebastiano I del Portogallo. Il famoso monarca, la cui scomparsa diede origine a una corrente ideologica in Portogallo nota come “sebastianismo”. Il re morì ufficialmente il 4 agosto 1578 nella battaglia di Alcazarquivir, in territorio marocchino. Tuttavia, l’impossibilità di ritrovare i suoi resti mortali fece sì che per diversi decenni apparissero diverse persone che sostenevano di essere il sovrano scomparso. Nel 1557, a soli due anni, il giovane principe salì al trono dopo la morte del nonno Giovanni III, che aveva lasciato la reggenza alla moglie Caterina d’Asburgo, sorella dell’imperatore Carlo V.
Secondo le cronache, egli divenne ossessionato dalle imprese dei crociati e gli venne in mente l’idea di conquistare il Nordafrica. Motivo per cui sottopose l’idea al prozio Filippo II in Guadalupa. Il monarca portoghese, ignorando i consigli dei suoi ministri che lo avvertivano del rischio di abbandonare il Paese senza lasciare un erede. Ma lasciò Lisbona il 24 giugno 1578. L’armata portoghese sbarcò a Tangeri e ad Arcilla, per prendere la fortezza di Larache. Il 4 agosto, le truppe di Sebastiano I del Portogallo, insieme ai sostenitori del sultano deposto, subirono una sconfitta ad Alcazarquivir dalle truppe di Abd al-Malik. Gran parte dei nobili portoghesi finirono prigionieri. Tuttavia, il cadavere del re portoghese non poté mai essere identificato, per cui si alimentò la leggenda che fosse stato catturato dal nemico.
Da questo momento in poi furono molte le persone che si spacciarono per il monarca ”risorto”. Un pasticcere, ma anche un calabrese di nome Marco Tulio. Questi eventi diedero il via ad una vera e propria frenesia, un fenomeno di massa che non investì solamente il Portogallo, ma tutta l’Europa meridionale. Alcuni di questi rischiarono anche di diventare i nuovi sovrani, finché le autorità non rivelarono loro identità.