L’Italia è un Paese ricco di opere d’arte e tutelarle è sempre cosa buona. In alcuni momenti storici però fu estremamente difficile farlo e la Seconda Guerra Mondiale fu uno di questi. Una delle opere per la quale si fece più fatica fu senza dubbio il David di Michelangelo, mastodontica e splendida opera dell’artista toscano.
Michelangelo scolpì il David presumibilmente tra il 1501 ed il 1504. L’opera è senza dubbio fra le più belle del repertorio italiano di arte e soprattutto è immensa. Con un’altezza di 520 cm, includendo il basamento di poco più di un metro, l’opera causò non pochi pensieri al direttore della Galleria dell’Accademia quando si trattò di spostarla. Quest’operazione risultò infatti impossibile per via anche dell’ingente peso dell’opera marmorea.
Ugo Procacci, colui che nel periodo del secondo conflitto mondiale dirigeva l’Accademia, fece allontanare infatti tutte le opere d’arte dal luogo da lui gestito e le dislocò in una villa delle campagne toscane. Questo chiaramente per rendere meno probabile la loro distruzione in caso di bombardamento di Firenze.
Per quanto riguarda il capolavoro di Michelangelo il discorso fu diverso. Era impensabile spostare quel colosso, bisognava agire in loco. Si decise così di incapsularlo con dei mattoni che lo avvolgevano e proteggevano in caso di crolli o danni diretti da bombe.
Un fatto curioso riguarda proprio i mattoni che protessero il David durante la Grande Guerra. Una volta cessato il conflitto infatti continuarono ad essere estremamente utili in quanto furono venduti per finanziare la Galleria dell’Accademia a Firenze, dove ancora oggi si trova la statua cinquecentesca.
Purtroppo la guerra fece male a molte opere d’arte, oltre che a milioni di persone. Questa però è una bella storia di ingegnosità e di fortuna, perché aver ancora intatta un’opera così splendida non può che essere una fortuna per tutti quanti noi.