Negli anni Settanta gli archeologi bulgari si imbatterono in una vasta necropoli dell’Età del Rame del V millennio a.C. La quale conteneva antichi manufatti d’oro mai scoperti nei pressi dell’odierna città di Varna. Ma solo quando raggiunsero la tomba 43 si resero conto della reale importanza del ritrovamento. All’interno del sito hanno portato alla luce i resti di un uomo di alto rango sepolto con indicibili ricchezze. Hanno ritrovato più oro in questa sepoltura che in tutto il resto del Mondo in quel periodo.
La maggior parte delle persone ha sentito parlare delle grandi civiltà della Mesopotamia, dell’Egitto e della Valle dell’Indo. Tutte note per essere state le prime civiltà conosciute a essere caratterizzate da urbanizzazione, amministrazione organizzata e innovazione culturale. Ma pochi hanno sentito parlare della misteriosa civiltà emersa sulle rive dei laghi vicino al Mar Nero circa 7.000 anni fa.
La civiltà di Varna, non era una società piccola e poco avanzata, emersa in un remoto angolo di quella che sarebbe diventata la Bulgaria. Si trattava piuttosto di una civiltà incredibilmente raffinata, più antica degli imperi della Mesopotamia e dell’Egitto, e la prima cultura conosciuta a realizzare manufatti d’oro.
Le prove suggeriscono che l’oreficeria a Varna iniziò tra il 4600 e il 4200 a.C. Con i progressi compiuti e la padronanza della metallurgia del rame e dell’oro, gli abitanti avevano ora qualcosa di estremamente prezioso da scambiare. Sebbene gli archeologi abbiano scoperto molte sepolture d’élite in zona, ce n’era una in particolare che spiccava tra le altre. Si tratta della tomba 43. All’interno del sepolcro, gli archeologi hanno portato alla luce i resti di un uomo di alto rango. Forse un sovrano o un leader di qualche tipo. L’uomo, che divenne noto come l’uomo di Varna, fu sepolto con uno scettro – simbolo di alto rango o potere spirituale – e indossava una guaina d’oro massiccio sul pene.