Nascere con la pelle nera negli USA del XVIII secolo significava prepararsi ad una vita di sfruttamento, discriminazione, razzismo latente e aspettative sotto lo zero. Eppure una donna con la libertà nel destino, oltre che nel nome, contravvenne allo status quo vigente fino ad allora, scrivendo una pagina di storia americana e mondiale. Questa è la straordinaria vita di Elizabeth Freeman.
Nata probabilmente nel 1744 nei pressi di New York, Bet – o Mum Bett, come è universalmente nota – fu il regalo che il ricco proprietario terriero Pieter Hogeboom fece alla sua adorata figlia, Annetje, prossima alle nozze con un altrettanto abbiente latifondista originario del Massachussetts, di nome John Ashley. Nella proprietà Bet condusse la classica vita da schiava, ovvero immense fatiche ripagate dalla mancanza di rispetto da parte dei padroni.
Solo per dirne una: un giorno Elizabeth incassò un pesante colpo sul braccio per difendere la sorella dai soprusi di Annetje. La ferita causata da una padella incandescente limitò la mobilità del braccio in modo permanente. Tuttavia nella residenza in cui Bet viveva si era soliti parlare di politica e, nel 1780, la quasi totalità delle discussioni in casa Ashley verteva sulla dichiarazione d’indipendenza statunitense. Elizabeth Freeman non sapeva leggere, non sapeva scrivere, ma era sveglia, molto sveglia.
Ascoltando alcuni passi della nuova costituzione del Massachussetts, Mum Bett recepì parole come “libertà”, “diritti naturali” e “eguaglianza”. Parole che le cambiarono la vita. Sì, perché la donna chiese ed ottenne l’aiuto di un avvocato abolizionista, il signor Sedgwick. L’obiettivo fu quello di intentare una causa ai padroni e ottenere quella strana cosa chiamata libertà. Incredibile ma vero, nel 1781 il tribunale di Great Barrington diede ragione a Bet (assieme ad un altro schiavo di nome Brom).
La famiglia Ashley fu tentata dal ricorso, ma ritenne la questione di infima importanza. Quello di Elizabeth Freeman fu un precedente storico, perché oltre che ad essere la prima schiava ad ottenere la libertà, fu anche la miccia che fece implodere il sistema schiavistico nello stato del settentrione americano. Cosa ne fu della vita di Mum Bett?
Ella divenne la governante nella casa dell’avvocato Sedgwick, trascorrendo così il resto della sua esistenza. Nel 1829 passò a miglior vita e la famiglia le riservò una tomba nel cimitero privato. Sulla lapide si può ancora oggi leggere come Elizabeth non eccelse in chissà quali campi, ma per una cosa si distinse: una folle voglia di libertà. Freeman, di nome e di fatto.