Un’espressione che ha attraversato i secoli ed è giunta fino a noi. Colui che ce l’ha tramandata è lo storico greco Plutarco, nella sua opera ‘Vite Parallele’. Dopo aver sconfitto con grandissima facilità Farnace II, re del Ponto, Cesare si recò a Roma e per annunciare la vittoria, secondo Plutarco, avrebbe pronunciato le seguenti parole: ”Veni, vidi, vici”. Letteralmente: ”venni, vidi, vinsi”. Il condottiero non disse nulla su eventuali difficoltà nel gestire la battaglia, non diede alcun resoconto dettagliato, ma dicendo solamente queste parole voleva proprio sottolineare il grande successo della spedizione da lui guidata. Questa locuzione ebbe un successo tale che ancor oggi si usa nel lessico comune per indicare un’impresa portata a termine in modo molto rapido e con grande successo.
Roma era immersa in un conflitto civile, che vedeva Cesare contrapposto alla fazione conservatrice e tradizionalista del Senato, guidata militarmente da Pompeo. I combattimenti infuriarono in tutti i territori di Roma, compreso il Medio Oriente. Farnace II aveva approfittato della situazione nell’Urbe per espandere i suoi domini. Invase la Colchide e parte dell’Armenia. Il re armeno Deiotaro, alleato di Roma, chiese aiuto al luogotenente cesariano della provincia d’Asia, Domizio Calvino. Il cesariano subì una rapida offensiva che lo mise gravemente alle strette. Cesare dunque decise di intervenire rapidamente, interrompendo la campagna d’Asia. Giunto nel Ponto, formò la sua unica legione, la veterana VI “Victrix“, aggiungendo una legione ausiliaria composta dai superstiti del disastro di Nicopoli.
Scoppiò un conflitto molto intenso ma di brevissima durata in cui Cesare sbaragliò il nemico. La battaglia durò solamente cinque giorni, forse non tanto per il genio militare di Cesare, ma, questa volta, probabilmente per gli errori del suo nemico.
Tant’è che un’altra famosa espressione del comandante si può riassumere in questo modo: “Vedo come è stato facile per Pompeo essere conosciuto come il Grande. Sconfiggendo questi poveracci che non sanno nemmeno combattere”. Ma, grazie a questa vittoria rapidissima e a tratti scontata ”veni, vidi, vici” ha assicurato a Cesare il ricordo perenne di lui come un grandissimo condottiero.