Spesso, quando si analizza una figura storica in contesti che non richiedono chissà quale approfondimento, si finisce per sminuire o non raccontare a pieno l’importanza che quella specifica personalità ha rivestito. Secondo noi (ma potremmo essere gli unici a pensarlo) è quello che accade con molte figure dell’antichità. L’esempio lampante è quello di Nefertari.
Moglie prediletta del faraone della XIX dinastia Ramses II, abile consigliera nonché diplomatica navigata, intelligente, colta, divinizzata quando ancora era in vita. Insomma, Nefertari si impegnò e non poco per il suo Egitto, per la stabilità del regno e per il benestare comune. Ecco perché qualcuno, più di qualcuno, la ritiene una delle figure più influenti dell’antichità.
Nefertari, nota anche come Nefertari Meritmut, nasce nel 1295 a.C. ad Akhmim. Figlia di aristocratici, discendenti reali, della sua giovinezza non sappiamo praticamente nulla. Le fonti iniziano a raccontarci qualcosa su di lei nel momento in cui va in sposa al futuro Ramses II. Quest’ultimo avrà, nell’intero arco della sua vita, 8 mogli. Da queste unioni nasceranno più di un centinaio di figli. Nefertari fu sempre la favorita tra le donne del faraone ma, nonostante la preferenza, a succedere Ramses sarà il figlio di un’altra regina.
Comprendiamo la rilevanza della “grande moglie reale” osservando diversi avvenimenti storici: primo fra tutti, la divinizzazione (o deificazione) della regina. Ramses dedicò a Nefertari una porzione del suo monumento onorario, il Ramesseum. A questo, si aggiunsero templi minori dedicati alla “moglie di Dio”.
Oltre al piano religioso, bisogna sottolineare il peso “politico” di cui godeva la reputazione di Nefertari. Ci addentriamo in tal senso nella storica, nonché leggendaria, battaglia di Qadesh del 1274 a.C.; lo scontro vide contrapposti l’Egitto dei faraoni contro l’impero Ittita. Da quel che sappiamo, le ostilità si prolungarono per molto a lungo, fino al 1259 a.C. anno in cui si giunse alla firma del trattato di pace, il primo della storia di cui abbiamo notizia. Ecco, si arrivò all’accordo soprattutto grazie all’attività di mediazione svolta da Nefertari, per anni in costante contatto epistolare con la moglie del re ittita, di nome Puduheba.
Quando giunse l’ora per la divina regina, nel 1255 a.C., l’addolorato Ramses II, giunto al suo 25° anno di regno, fece edificare un mausoleo di rara bellezza. La tomba, situata nella Valle delle Regine, è stata scoperta nei primi anni del secolo scorso (dall’italiano Ernesto Schiaparelli) ed è, almeno ad oggi, l’esempio meglio conservato di stanza sepolcrale all’interno della suddetta valle. Nefertari fu molte cose, non solo una semplice moglie reale.