Nel Medioevo l’alfabeto romano e le rune norrene vivevano fianco a fianco. Una nuova tesi di dottorato mette in discussione l’idea che questa scrittura abbia rappresentato una forma di linguaggio orale molto più avanzata rispetto allo scritto. Ma, che cos’erano le rune norrene? Si tratta del primo sistema di scrittura sviluppato in Norvegia. Risulta assolutamente doveroso specificare che non si tratta di un alfabeto, come lo è quello latino, in uso ancora oggi. Ma di un sistema di ideogrammi, quindi di ideografia. Questo avviane quando ad un simbolo grafico non viene associato un solo suono, ma un concetto. gli ideogrammi rappresentano un tipo di scrittura molto più antico dell’alfabeto, da cui esso si origina.
Nello studio del Professore si afferma che fino ad ora le rune norrene sono state studiate nella prospettiva sbagliata. Infatti, molti studiosi hanno considerato questo tipo di scrittura in rapporto al latino. Per cui abbiamo moltissimo materiale scrittorio. Mentre, per questa antica scrittura norrena, abbiamo principalmente reperti epigrafici. Dall’esecuzione piuttosto incerta. La tesi sostenuta dal Professore vuole porre in evidenza il fatto che la pietra è un materiale molto più rigido e faticoso da incidere. Quindi si esprimeranno dei concetti brevi e l’esecuzione non sarà la stessa rispetto ad un testo scritto su papiro o pergamena. Questo aspetto andrebbe a smentire la credenza secondo cui ci fosse una scarsa abilità da parte degli scriventi.
Effettivamente anche a Roma si faceva uso dell’epigrafia, gli esempi che possiamo citare sarebbero davvero numerosi. Ma per inciderli, generalmente, ci si affidava ai lapicidi. Dei professionisti che sotto compenso maneggiavano la pietra ed incidevano il messaggio, ma era un processo piuttosto costoso e che richiedeva delle competenze specifiche. Quindi, seguendo questo principio, viene naturale pensare che in un mondo in cui questa figura professionale non c’era, l’esecuzione poteva essere più incerta. Ma questo non per una scarsa padronanza della scrittura.